San Tommaso di Albignasego. La comunità è pronta a ripartire La pandemia non spegne la festa
Dal 17 al 21 luglio a san Tommaso di Albignasego c'è festa. Non una sagra tradizionale, impossibile di questi tempi, ma un evento che è incontro gioioso delle famiglie, dei ragazzi e degli adulti, qualche serata in un clima di comunità e di - sana - vicinanza, un’occasione per tornare a vivere la comunità e i suoi spazi. Nel programma non mancano la musica, il karaoke, il quiz a squadre, panini e patatine fritte, l’anguria, l’area bimbi. Ma ci sono anche l’obbligo di indossare la mascherina e mantenere la distanza, i punti per igienizzare le mani e un percorso unico di entrata e uscita.
Ci sono la musica, il karaoke, il quiz a squadre, panini e patatine fritte, l’anguria, l’area bimbi. I tipici elementi di una sagra. Ma ci sono anche l’obbligo di indossare la mascherina e mantenere la distanza, i punti per igienizzare le mani e un percorso unico di entrata e uscita. A San Tommaso di Albignasego, dal 17 al 21 luglio, c’è aria di festa. «Questa festa non è una sagra – ci tiene a precisare don Sandro De Paoli, il parroco – per quest’anno improbabile, ma una festa decisamente fuori da ogni schema tradizionale, una cosa completamente nuova! Nuovi sono alcuni servizi e nuove sono le modalità. Quello che ci dà coraggio in questo momento è la motivazione che sta alla base di questo evento: una comunità cristiana che reagisce alla tristezza, alla paura e forse anche a una certa superficialità, proponendo un incontro gioioso, amichevole e in piena attenzione alle indicazioni sanitarie. L’obiettivo è quello di dire che la festa può appartenere anche a questo periodo inquieto e triste, in cui tanti, soprattutto preadolescenti faticano a riprendere il gusto di uscire e di incontrare amici».
È stato quindi pensato un percorso culinario, molto ridotto rispetto alla tradizionale sagra, che contempla uno stand di aperitivi, una tavola calda con panini e un piatto speciale diverso per ogni serata, lo stand dolci, il gelato, l’anguria e la frutta fresca e poi un percorso di divertimento soprattutto per i bambini e i ragazzi con gonfiabili e attrazioni a cui può accedere un bambino per volta. Ogni sera un intrattenimento diverso e all’Osteria dei pirati, birre speciali e proiezione di eventi sportivi.
Tanti i giovani che si sono messi in gioco e che si sono distinti sia nella fase di organizzazione che in quella di allestimento. Una cinquantina i volontari e ogni sera undici “steward” e cinque addetti si occupano di rilevare la temperatura in ingresso, accogliere le persone e raccogliere generalità e un recapito. L’ingresso è contingentato e avviene solo dal piazzale della chiesa, l’uscita invece dal campo di erba.
«Chiediamo a tutta la comunità una vera collaborazione – spiega Alberto Grandi, responsabile sicurezza della festa – Ci vorrà un po’ di pazienza in più perché forse i tempi di attesa si allungano e possono emergere alcune difficoltà non previste. È tutto nuovo e non è semplice. Ma volevamo dare un segnale positivo a tutta la comunità, un segnale di ripresa, dire che siamo pronti a ripartire, in sicurezza e secondo le norme. La nostra fortuna è poter contare su spazi molto ampi. È una sfida anche dal punto di vista economico, ma lo spirito della festa è l’incontro gioioso delle famiglie, dei ragazzi e degli adulti, qualche serata in un clima di comunità e di sana vicinanza, un’occasione proprio per tornare a vivere la comunità e i suoi spazi».