Russia. Mons. Lipke nuovo vescovo ausiliare di Novosibirsk: “Essere riferimento per chi è solo e ha paura”

Appena nominato vescovo ausiliare della gigantesca diocesi in Russia, grande 7 volte l'Italia, Stephan Lipke confida al Sir l'emozione dell'ordinazione. "Stiamo rafforzando la collaborazione tra clero e laici e intensificando il nostro lavoro con i poveri e la preghiera per la pace". Quale il compito della Chiesa cattolica nel suo Paese? "Essere un punto di riferimento per chi è solo, chi ha paura, chi ha bisogno di aiuto"

Russia. Mons. Lipke nuovo vescovo ausiliare di Novosibirsk: “Essere riferimento per chi è solo e ha paura”

Nella enorme diocesi di Novosibirsk da domenica 2 febbraio è ufficialmente insediato il nuovo vescovo ausiliare Stephan Lipke. Tedesco d’origine, gesuita per scelta vocazionale, in Russia per disponibilità missionaria: Novosibirsk, Tomsk, Mosca e di nuovo Novosibirsk sono state fin qui le tappe della sua esperienza nella Federazione russa, iniziata nel 2011. Formazione accademica e insegnamento, negli ambiti della letteratura e della filosofia, si sono uniti nel suo percorso pastorale che lo ha visto negli ultimi anni a Mosca, rettore dell’Istituto San Tommaso e segretario della Conferenza dei vescovi cattolici della Russia. La diocesi in cui ora Papa Francesco lo ha mandato a lavorare, come ausiliare del vescovo Josep Werth, è grande circa 7 volte l’Italia, e conta 400mila cattolici su una popolazione di 24 milioni di persone, 49 parrocchie, 37 sacerdoti e 52 suore. Tanti di loro erano presenti alla consacrazione di padre Lipke; una celebrazione durata quasi tre ore, che ha ricondotto nella cattedrale della Trasfigurazione molti volti e molte storie – russe e non – che si sono intrecciate con il percorso di padre Lipke. A pochi giorni dalla consacrazione, il nuovo vescovo ha accettato di rispondere a qualche domanda del Sir.

Che cosa l’ha colpita di più della celebrazione della sua ordinazione e che cosa risuona in lei in questi giorni?
Per me è molto significativo come il rito dell’ordinazione sottolinei il legame tra il sacramento e la Parola: sulla testa dell’ordinando i diaconi pongono il libro dei Vangeli aperto.

Da noi è significativo che, non avendo una versione cattolica, usiamo un bell’evangeliario del rito bizantino. Dunque quel gesto ha anche una dimensione ecumenica.

Un altro momento particolare è stato quando il vescovo ha unto il mio capo, con così tanto Crisma, che, spero, in mezzo alle difficoltà non mancherà comunque l’olio della gioia.

Nei giorni della sua ordinazione, a Novosibirsk si è svolto anche il primo dei congressi panrussi legati al Giubileo e dedicato a Maria “Madre delle vocazioni spirituali”: quali indicazioni lei ne trae per il suo compito e per la Chiesa in Russia?
Il 1° febbraio si è svolto uno dei quattro congressi del Giubileo del 2025 (ce ne sarà uno in ciascuna delle diocesi russe).

Questo primo appuntamento è stato dedicato alle vocazioni. Tra le cose emerse, quanto sia fondamentale fortificare la vita cristiana delle famiglie e comunità.

Per me è un invito a contribuire a che le famiglie siano forti.

Papa Francesco sta spingendo la Chiesa a un grande cambiamento, tra sinodalità e giubileo: la Chiesa cattolica in Russia come si sta attrezzando?
La Chiesa cattolica in Russia era molto “democratica” prima del 1991, semplicemente perché non aveva clero. Poi sono arrivati i preti. Adesso stiamo rafforzando la collaborazione tra clero e laici. Stiamo inoltre intensificando il nostro lavoro con i poveri e la preghiera per la pace. E siamo veramente Chiesa in cammino: tanta gente viene alla messa da lontano, ma viene, per ricevere forza dal Signore. Che questa speranza non venga mai meno!

Lei vive in Russia da 14 anni: quale compito si sta delineando per la Chiesa cattolica in Russia in questo tempo così delicato dal punto di vista politico nel Paese?
Dobbiamo essere un punto di riferimento per chi è solo, chi ha paura, chi ha bisogno di aiuto.

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Fonte: Sir