Polverara. Come sono stati vissuti i sacramenti in tempo di pandemia
Da una sola celebrazione, nella veglia pasquale, a quattro in due weekend. Dallo smarrimento iniziale a momenti preziosi per tutta la comunità
«In questo tempo di pandemia è sempre più difficile mantenere le relazioni con gli altri – sottolinea il parroco di Polverara, don Daniele Hudorovich – In parrocchia abbiamo cercato di organizzarci con i ragazzi dell’iniziazione cristiana, in particolare con quelli che erano ormai proiettati alla veglia di Pasqua. Non è stato possibile! I 32 ragazzi li abbiamo divisi in quattro gruppi».
Il conferimento dei sacramenti è stato vissuto in quattro celebrazioni in due weekend «nella condivisione di una comunità che si è rivestita di responsabilità nel generare alla fede i suoi figli. È stata una nuova esperienza, diventata scuola di vita, un vissuto che ha fatto bene al cuore, alla mente e allo spirito. Ora i ragazzi iniziano un cammino di fraternità, nel servizio, nella missionarietà, nella testimonianza. Ringrazio di cuore il Signore per questo grande dono».
«Agli inizi dello scorso anno – racconta Nicola Stievano, un papà – non potevamo immaginare che il cammino verso i sacramenti per i nostri figli e per noi genitori sarebbe stato così incerto. La celebrazione programmata per Pasqua è stata rinviata, ma nonostante le incertezze i ragazzi hanno avuto l’occasione di vivere con maggiore intensità l’attesa di questo speciale appuntamento con Gesù. A noi il compito di tenere la barra a dritta su questo obiettivo, di ricordare ai nostri figli che prima o poi avrebbero ricevuto quei doni che aspettavano da tempo».
È stato bello, successivamente, riprendere le attività in presenza, «tornare a essere una comunità viva e unita, ritrovare le preziose occasioni di incontro con Isabella, compagna di viaggio che ci ha fatto riflettere sul nostro ruolo di genitori come testimoni della crescita spirituale dei nostri figli partendo dalla Parola. Il giorno dei sacramenti è stata una festa, grazie alla regia di don Daniele, vissuta con intensità e gioia. Per i nostri figli ha segnato un punto di arrivo e una nuova partenza. E il cammino continua... grazie!».
«L’esperienza vissuta in questo anno così particolare con i ragazzi del gruppo Gerusalemme, è stata una delle più straordinarie e al tempo stesso sofferte. Per noi catechiste – racconta Silvia Suman – dover fermare il cammino quasi alla vigilia della veglia pasquale, è stato doloroso. Il senso di smarrimento provato in quel periodo piano piano è svanito e il sorriso è ritornato nel nostro sguardo alla notizia della ripresa del percorso interrotto».
Il lavoro con i ragazzi in piccoli gruppi è stato molto stimolante: «Li incontravamo tutte le settimane e si capiva che la loro voglia di ricominciare era viva e le paure erano soffocate dalla gioia di rivedersi».
Anche i genitori si sono dimostrati partecipi «soprattutto durante gli incontri con Isabella, che con i suoi modi così delicati, ha saputo trasmettere il vero significato della scelta fatta per i figli, sapendo infondere nei cuori tanta serenità in questo periodo così difficile».
Il momento più emozionante e commovente si è vissuto durante le quattro celebrazioni dei sacramenti «dove don Daniele Hudorovich ha saputo cogliere la vera essenza del dono che si andava a ricevere – sottolineano le catechiste del gruppo Gerusalemme – con una chiesa calda e accogliente dove le persone si sono sentite parte di questa comunità e hanno potuto gioire e piangere per questi ragazzi».
Non è la fine di un percorso, bensì l’inizio di un cammino «che speriamo possano continuare in questa bella comunità parrocchiale di Polverara, con il nostro occhio vigile che li seguirà ancora per molto tempo».
Riannodare cammino dell’ic e anno liturgico
Papa Francesco, sul tempo che stiamo vivendo, ci ha illuminato con l’icona biblica della barca in balia della tempesta, tutti abitiamo la stessa storia! Le nostre comunità, la chiesa e l’umanità intera. In questa barca ci sentiamo tutti accolti e confortati dalla voce di Gesù. La tempesta della pandemia ci obbliga a guardare questo tempo considerando quello che conta, quello che è superfluo e quello che abbiamo trascurato. Ci obbliga a rimpostare la rotta! È sì importante preparare un bel incontro per i ragazzi o i genitori, ma soprattutto favorire l’incontro con Gesù. La ciclicità dell’anno liturgico e l’eucarestia domenicale, rimettono al centro la figura di Gesù. Il tempo che stiamo vivendo ci chiede di riannodare il cammino di iniziazione cristiana e anno liturgico con la storia dell’umanità e ritrovare uno sguardo accogliente e sorridente della comunità verso tutti.
Mauro Bettella