Omosessualità e sacerdozio. Cosa dice la Chiesa dell’ammissione al sacerdozio di coloro che hanno inclinazioni omosessuali profondamente radicate?

La Chiesa riconosce la dignità di ogni persona, compresa quella con inclinazioni omosessuali, ma richiede un discernimento attento per coloro che aspirano alla vita consacrata o al sacerdozio

Omosessualità e sacerdozio. Cosa dice la Chiesa dell’ammissione al sacerdozio di coloro che hanno inclinazioni omosessuali profondamente radicate?

La posizione della Chiesa cattolica riguardo alle vocazioni al sacerdozio o alla vita consacrata di persone con inclinazioni omosessuali è espressa in documenti ufficiali, in particolare nelle linee guida della Congregazione per l’Educazione Cattolica e nel Catechismo della Chiesa Cattolica. Nel 2005, la Congregazione per l’Educazione Cattolica ha pubblicato un documento intitolato “Istruzione circa i criteri di discernimento vocazionale riguardo alle persone con tendenze omosessuali in vista della loro ammissione al seminario e agli ordini sacri”. In questo documento, si afferma che la Chiesa “non può ammettere al seminario e agli ordini sacri coloro che praticano l’omosessualità, presentano tendenze omosessuali profondamente radicate. Questa posizione si basa sulla convinzione che le tendenze omosessuali profondamente radicate possano essere in contrasto con l’obbligo del celibato sacerdotale e con la missione del sacerdote di rappresentare Cristo in modo totale, anche dal punto di vista della complementarità sessuale (uomo e donna). Tuttavia, è importante notare che il documento distingue tra tendenze omosessuali transitorie e tendenze profondamente radicate. Coloro che sperimentano tendenze transitorie e si impegnano nel cammino di crescita nella castità possono essere ammessi, ma solo dopo un attento discernimento. La Chiesa non condanna la persona con inclinazioni omosessuali, e afferma che gli atti omosessuali sono moralmente disordinati (Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 2357), ma che le persone con inclinazioni omosessuali devono essere trattate con rispetto, compassione e delicatezza (CCC 2358). Anche queste persone, come tutte le altre, sono chiamate a vivere la castità. Per coloro che sentono una vocazione alla vita consacrata o sacerdotale, la Chiesa incoraggia un profondo discernimento vocazionale, accompagnato da una guida spirituale competente, e sottolinea la necessità di verificare se queste inclinazioni siano profondamente radicate e se possano rappresentare un ostacolo alla missione di vita consacrata. Nel processo di discernimento vocazionale, la Chiesa pone molta enfasi sulla maturità affettiva e sulla capacità di vivere il celibato in modo sereno e gioioso. Per coloro che presentano inclinazioni omosessuali, il discernimento deve valutare con grande attenzione e serietà la capacità di vivere il celibato con piena libertà e senza conflitti interiori che potrebbero impedire di svolgere il ministero in maniera equilibrata e santa. La Chiesa riconosce la dignità di ogni persona, compresa quella con inclinazioni omosessuali, ma richiede un discernimento attento per coloro che aspirano alla vita consacrata o al sacerdozio. Persone con tendenze omosessuali profondamente radicate non sono ammesse agli ordini sacri, mentre chi ha sperimentato tendenze transitorie può essere ammesso, a condizione che dimostri una piena maturità affettiva e capacità di vivere serenamente il celibato.

Paolo Morocutti

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Fonte: Sir