In preghiera con Eustochio. Nei sabati di marzo in Cattedrale, prende vita l'itinerario penitenziale con la beata
I sabati del mese di marzo in Cattedrale a Padova sono dedicati ad un itinerario penitenziario accompagnato dall’intercessione della Beata Eustochio per la quale sono appena terminati i festeggiamenti per i 550 anni dalla morte. Quattro celebrazioni alle ore 11 precedute alle 10.30 dalla recita del rosario meditato con tre dei nove esorcisti presenti in Diocesi, don Nicola Tonello, padre Mario Mingardi, Padre Vittorio Pellè.
I sabati di marzo in Cattedrale a Padova sono dedicati a un itinerario penitenziario accompagnato dall’intercessione della beata Eustochio, per la quale sono appena terminati i festeggiamenti per i 550 anni dalla morte. Quattro celebrazioni alle 11 precedute dal rosario meditato alle 10.30.
Nata a Padova nel 1444, a seguito di una relazione tra un uomo sposato, Bartolomeo Bellini, e una monaca, la beata Eustochio, al secolo Lucrezia Bellini, muore il 13 febbraio 1469, a soli 25 anni, dopo una vita fatta di sofferenza, tormenti e umiliazioni sia per il suo stato di figlia illegittima sia perché tormentata dal demonio. «La devozione nei suoi confronti è molto sentita – spiega don Maurizio Brasson, parroco della Cattedrale – La beata intercetta tutte quelle persone che soffrono disagi di anima e di psiche. Molte persone si sperimentano fragili e sperimentano mali fisici e morali. Hanno bisogno di qualcuno che abbia già percorso questa strada. Come si intuisce nella sua storia, la beata Eustochio ha vissuto a contatto con il maligno e il male fisico. È persona provata dalla vita e questo la rende vicina a chi soffre. In lei poi si riconosce la persona che si trova di fronte a un combattimento e trova la via di uscita in Gesù. Il male esiste, ce lo raccontano i Vangeli in diversi episodi, ma Gesù guarisce, combatte Satana. Un'altra caratteristica della beata Eustochio che la avvicina ai fedeli è la perseveranza nel tempo della prova. È stata fedele a Dio nonostante la sua vita sia stata una prova continua. È un esempio per coloro che facilmente, di fronte alle prove delle vita, abbandonano la fede perché non riescono a trovare la risposta che vorrebbero».
Figlia illegittima, ha dovuto accettare questa condizione e ha dovuto perdonare i suoi genitori, ha vissuto dentro i conflitti del monastero subendo vessazioni e accettando supplizi e torture nel fisico e nello spirito. Ha accolto tutto questo facendo rifermento ai sacramenti, alla meditazione, alla preghiera e in particolare alla penitenza. «L’itinerario proposto in marzo – conclude don Nicola Tonello uno dei tre sacerdoti esorcisti che celebreranno la messa, insieme a padre Mario Mingardi e padre Vittorio Pellè – è arricchito dall’intercessione della beata la cui vita è stata Vangelo. Nel buio della sua vita ha fatto risplendere la vita del Signore e ci indica un modo di vivere la croce, l’amore e il perdono di Dio. Ci accompagna e ispira con la sua vita, in tempi in cui le persone hanno bisogno di essere ascoltate nel loro disagio, e ci ricorda che la penitenza è l’opera più efficace. Il primo modo per combattere il male è nutrirsi dell’eucarestia».
Attualmente l’urna contenente il corpo della beata Eustochio si trova in Cattedrale e verrà trasferita presso l’altare della cappella penitenziale. Le spoglie saranno poi trasferite nella sede originaria al termine del restauro di consolidamento della chiesa di San Pietro a Padova.