Il segno della nostra fragilità. Perché per l'inizio della quaresima vengono usate le ceneri?
Il simbolismo delle ceneri ha sia un fondamento biblico che storico, profondamente intrecciato con la tradizione cristiana

Le ceneri sono utilizzate come segno penitenziale per ragioni profondamente radicate nella tradizione cristiana e nella simbologia biblica. Nell’Antico Testamento, l’uso delle ceneri era associato al pentimento e al lutto. Figure bibliche come Giobbe e Giona si coprivano di cenere in segno di pentimento e per chiedere la misericordia divina. Le ceneri simboleggiano la fragilità della vita umana, ricordando alle persone che “polvere sono e in polvere ritorneranno”, una citazione che deriva dal libro della Genesi. Il simbolismo delle ceneri ha sia un fondamento biblico che storico, profondamente intrecciato con la tradizione cristiana. In vari passaggi biblici, le persone usano le ceneri come segno di penitenza. Ad esempio, nel libro di Giobbe (42:6), Giobbe afferma: “Perciò mi ritraggo e mi pento sopra la polvere e la cenere.” Inoltre, nel libro di Giona (3:6), quando il profeta predica a Ninive, il re e il popolo si vestono di sacco e si siedono sulla cenere per esprimere la loro contrizione. Queste radici bibliche e storiche si sono evolute per formare una pratica che è centrale per l’inizio della Quaresima, offrendo ai fedeli un momento per riflettere sulla loro fragilità e sulla necessità di conversione. Anche nel libro di Ester (4:1-3), troviamo un esempio in cui Mardocheo si strappa le vesti, si veste di sacco e si cosparge di cenere per esprimere lutto e pentimento di fronte a una crisi imminente per il popolo ebraico. Daniele, nel suo ruolo di profeta, usa le ceneri come segno di umiltà e supplica a Dio nel capitolo 9:3, dove dichiara di aver “rivolto la mia faccia verso il Signore Dio, per cercarlo con preghiere e suppliche, con digiuno, sacco e cenere.” Il rito delle ceneri si sviluppò gradualmente nella pratica liturgica. Nel IV e V secolo, coloro che erano stati esclusi dalla comunione ecclesiale a causa di gravi peccati si cospargevano il capo di cenere come parte del processo di riconciliazione. Durante questo periodo, l’uso delle ceneri iniziò a estendersi anche ai fedeli non scomunicati, come segno di inizio della Quaresima. Nel Medioevo venne formalizzata l’osservanza del Mercoledì delle Ceneri come avvio ufficiale della Quaresima per tutti i cristiani. Le ceneri, spesso ricavate dalla combustione dei rami di palma benedetti della Domenica delle Palme dell’anno precedente, venivano benedette e imposte sui fedeli con la formula: “Ricordati che sei polvere e in polvere ritornerai” o “Convertiti e credi al Vangelo.” Questi elementi dimostrano come l’uso delle ceneri sia intrecciato con la storia e la tradizione biblica, rappresentando un atto di penitenza e un richiamo alla fragilità umana e alla necessità di riconciliazione con Dio. A partire dai primi secoli del cristianesimo, fino al periodo patristico, l’uso delle ceneri come segno di pentimento era praticato soprattutto da chi doveva espiare pubblicamente i propri peccati gravi. Questa usanza rifletteva una forte dimensione pubblica del cammino penitenziale, che culminava con la riconciliazione durante la Settimana Santa. Tuttavia, solo nel medioevo, la Chiesa cominciò a vedere l’imposizione delle ceneri come un atto simbolico che segnava l’inizio del periodo quaresimale per tutti i fedeli. Fu durante questo periodo che la pratica divenne liturgica e universale all’interno della Chiesa. L’usanza di bruciare le palme della Domenica delle Palme precedente per creare le ceneri utilizzate nel Mercoledì delle Ceneri sottolinea il ciclo di rinascita spirituale e continuo rinnovamento personale. Le ceneri, quindi, fungono da triplice simbolo: un segno di pentimento, un promemoria della fragilità umana e una chiamata alla conversione e al ravvedimento spirituale lungo il cammino quaresimale.
Paolo Morocutti