Il ritorno alle radici e la contemporaneità. Giornata del dialogo cristiano ebraico
Giovedì 17 gennaio, alle 18.15 in Collegio sacro, a palazzo vescovile, la conferenza con il rabbino capo Adolfo Aaron Locci sul libro di Ester.
Giovedì 17 gennaio ricorrerà la Giornata del dialogo cristiano ebraico, voluta dalla Chiesa cattolica trent'anni fa. «E non è un caso che si tratti del giorno precedente la Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani – riflette Lucia Poli, responsabile del Gruppo di studio e ricerca sull'ebraismo di Padova – Il messaggio è chiaro: per dialogare al meglio tra cristiani di diverse confessioni dobbiamo tornare alle nostre radici. Anche perché, come ha chiarito papa Giovanni Paolo II nel 1980 a Magonza, nonostante la nuova alleanza in Gesù Cristo, Dio non ha mai revocato la prima alleanza con il suo popolo».
Sarà come di consueto il rabbino capo di Padova, Adolfo Aaron Locci, a tenere la conferenza, alle 18.15 di giovedì 17 al Collegio sacro (nel palazzo vescovile) che rappresenta l'appuntamento principale per Padova e la sua diocesi. «Questa Giornata – commenta rav Locci – concorre a creare un momento di riflessione comune, centrata anche in una data ricorrente, che apra al confronto per tutto il tempo a seguire su alcune delle sollecitazioni che provengono dalla società».
Al centro del confronto quest'anno ci sarà il Libro di Ester (uno dei cinque Megillot o cinque rotoli, assieme a Lamentazioni e Ruth – affrontati negli scorsi anni – e Cantico dei cantici e Qoelet). «A una lettura non religiosa questo testo biblico può apparire come un mito – continua rav Locci – che narra le sorti di un regno antico e lontano in cui la popolazione rischia lo sterminio. Ad analizzare le ragioni del quasi sterminatore, si scopre tuttavia che la responsabilità delle paure e delle traversie del popolo sono attribuite a un "altro", a un "diverso": è la logica del capro espiatorio, una dinamica più che attuale. E poi c'è il grande tema del nascondimento di Dio: la sua presenza non è evidente, ma non significa che Egli non esista o non operi, si tratta di riuscire a scorgere il Suo intervento nelle pieghe degli eventi. In questo senso abbiamo tutti un ruolo di servizio nei confronti della volontà suprema divina: grazie al libero arbitrio anche noi possiamo determinare il corso della storia».
La Giornata del dialogo, organizzata quest'anno a Padova dal Consiglio delle chiese cristiane, ha però anche lo scopo di avvicinare i cristiani all'ebraismo contemporaneo. «Conoscere l'ebraismo di oggi è importante sia per i valori che ci uniscono, a partire dall'amore per Dio e per il prossimo, sia per superare la discriminazione e l'antisemitismo che purtroppo ancora esistono, come confermato dalla recente rimozione di alcune pietre d'inciampo a Roma – afferma Lucia Poli – Il pregiudizio rimane anche all'interno della Chiesa. Anche per questo mons. Spreafico, presidente della commissione Cei per l'ecumenismo e il dialogo, raccomanda una conoscenza reale dell'ebraismo attraverso l'ora di religione a scuola».