Il riscaldamento inarrestabile. Gli obiettivi, plausibilmente mancati, di contenimento del global warming

Le politiche attuali potrebbero portare a un aumento delle temperature tra i 2,6 e i 3,1 °C, molto oltre il limite

Il riscaldamento inarrestabile. Gli obiettivi, plausibilmente mancati, di contenimento del global warming

Il mondo sta velocemente superando il limite di 1,5 °C di aumento della temperatura, un valore che molte nazioni hanno scelto come obiettivo centrale per contenere la crisi climatica. Secondo l’ultimo rapporto sul divario delle emissioni dell’Unep (Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente), le possibilità di rimanere entro questo limite si riducono drammaticamente: perfino nello scenario più ottimistico, in cui tutti i Paesi rispettassero i loro impegni, ci sarebbe ancora una probabilità del 75% di superare i 1,5 °C.

Da anni, il limite di 1,5 °C è stato scelto come riferimento principale nelle strategie climatiche mondiali, diventando il simbolo degli sforzi globali per contrastare il cambiamento climatico. Limitare l’aumento delle temperature al di sotto di questa soglia è cruciale per ridurre il rischio di eventi climatici estremi, come ondate di calore, inondazioni e siccità devastanti, che già oggi colpiscono comunità in tutto il mondo, dal Brasile al Sudan. Tuttavia, il rapido aumento delle temperature e la lentezza delle azioni per ridurre le emissioni mettono in discussione la fattibilità di questo obiettivo.

Il rapporto dell’Unep evidenzia la discrepanza tra i piani di riduzione delle emissioni dichiarati dai Paesi e il livello effettivo necessario per contenere il riscaldamento globale. Le politiche attuali potrebbero portare a un aumento delle temperature tra i 2,6 e i 3,1 °C, molto oltre il limite fissato a 1,5 °C. Oggi, del resto, la temperatura globale è già aumentata di circa 1,3 °C rispetto all’epoca preindustriale e, senza cambiamenti significativi, raggiungere i 1,5 °C potrebbe richiedere meno di dieci anni.

Il prossimo anno, i Paesi dovranno presentare nuovi piani climatici alle Nazioni Unite. Questi piani sono vincolati dagli impegni presi con l’Accordo di Parigi, che mira a limitare il riscaldamento ben al di sotto dei 2 °C e, se possibile, entro 1,5 °C. Tuttavia, secondo il rapporto UNEP, non basterà rispettare gli impegni attuali per raggiungere l’obiettivo. Sarà necessario fare di più, anticipando obiettivi ambiziosi anche per il 2035.

Ma anche se tutti i Paesi mantenessero i propri impegni, l’Unep stima che entro il 2030 le emissioni si ridurrebbero solo del 10% rispetto ai livelli del 2019, una percentuale decisamente inferiore rispetto al 42% necessario per mantenere l’aumento di temperatura entro 1,5 °C.

Inger Andersen, direttrice dell’Unep, ha dichiarato che “senza un intervento massiccio, l’obiettivo dei 1,5 °C non sarà più possibile in pochi anni.

La speranza di raggiungere questo traguardo implica che il mondo potrebbe temporaneamente superare i 1,5 °C per poi provare a riportare le temperature sotto la soglia. Tuttavia, come spiega Glen Peters, ricercatore del Centro di Ricerca Internazionale sul Clima in Norvegia, questa idea richiede una fiducia eccessiva nella capacità globale di agire in modo rapido e uniforme, cosa difficile da realizzare dati i tempi di implementazione delle politiche e la complessità dei quadri giuridici di ciascun Paese. Nel 2022, una coalizione di scienziati aveva già lanciato un allarme: il tempo per mantenere il riscaldamento globale entro livelli sicuri sta per scadere. Da allora, purtroppo, la situazione è peggiorata, con ondate di calore record negli oceani e sulla terraferma. Alcuni esperti sostengono che mantenere il limite di 1,5 °C potrebbe creare aspettative irrealistiche, oscurando la gravità del problema; d’altra parte, abbandonare l’obiettivo potrebbe generare rassegnazione e inazione, proprio quando sarebbero necessarie misure più incisive.

Joeri Rogelj, direttore di ricerca presso il Grantham Institute di Londra e autore principale del rapporto Unep, suggerisce che, pur con tutte le difficoltà, l’obiettivo dei 1,5 °C ha un valore concreto. Secondo Rogelj, infatti, il modo migliore per preservare questo traguardo è intervenire in modo deciso e immediato per ridurre le emissioni, mantenendo la temperatura “il più vicino possibile” a questo limite.

In definitiva, il limite di 1,5 °C rappresenta non solo un numero, ma un simbolo degli sforzi globali contro il cambiamento climatico. Mantenere questo obiettivo vivo richiederà un impegno straordinario da parte di tutti i Paesi, ma il rapporto Unep rende chiaro che non c’è più tempo per compromessi: ne va della preservazione del pianeta per le generazioni future.

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Fonte: Sir