Finanza sostenibile e neutralità climatica: gli esiti dell'incontro AsVeSS a Padova

L’Archivio antico dell’Università di Padova ha ospitato il 28 maggio l’ultimo appuntamento del Festival dello Sviluppo Sostenibile, organizzato a Padova e in Veneto da AsVeSS (Associazione veneta per lo sviluppo sostenibile) nel quadro delle iniziative promosse a livello nazionale da ASviS, l’Alleanza per lo sviluppo sostenibile.

Finanza sostenibile e neutralità climatica: gli esiti dell'incontro AsVeSS a Padova

Cinque appuntamenti, quelli in calendario, che hanno affrontato i temi più diversi della sostenibilità: dal riuso della rete stradale secondaria alla mobilità elettrica, dallo spopolamento delle aree interne al futuro dell’Europa fino al ruolo della finanza sostenibile per la neutralità climatica a Padova.

E proprio sulla finanza si sono confrontati, fra gli altri, rappresentanti dei principali istituti di credito attivi in città, il Comune e l’Università.

«Da questo momento vogliamo far nascere un vero e proprio living lab sulla finanza sostenibile – ha concluso nel suo intervento, Chiara Gallani, consigliera con delega alla missione del Comune di Padova, rimarcando l’urgenza di fare rete tra tutti i soggetti attivi sul territorio per raggiungere gli ambiziosi obiettivi che Padova si è data per favorire la transizione climatica – abbiamo fatto moltissimi incontri in quest’anno, dobbiamo metterli a sistema affinché ci accompagnino anche dopo la sottoscrizione del Contratto cittadino». 

Un contratto che vede giocare un ruolo centrale all’Università, sia in termini numerici – oltre un padovano su tre gravita intorno all'ateneo per studio o lavoro – che in termini di competenze e di investimenti. Un impegno ricordato dalla prorettrice Francesca Da Porto che ha rivendicato tanto il mezzo miliardo di euro di investimenti immobiliari green nel triennio quanto l’ambizione ad avere «il primo campus gas free d’Italia», oltre ai numerosi investimenti e piani di sostenibilità.

«Cosa potrebbe fare una città come Padova se lavorasse sui green bond?» si è chiesto Francesco Bicciato, segretario generale del Forum per la Finanza Sostenibile, presentando le iniziative messe in campo da una città come Parigi attraverso una forma di investimento mirata a favorire la transizione energetica.

Investimenti, debito finalizzato ma persino una ritrovata consapevolezza dell’importanza di adottare degli strumenti anche economici adeguati alle sfide che ci attendono, hanno fatto affermare non senza enfasi «bentornata finanza!» a Francesco Zen, docente dell’Università di Padova chiamato a introdurre il tavolo di lavoro con i rappresentanti delle banche del territorio.

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La finanza può rappresentare una sorta di “coltellino svizzero” per la sostenibilità: può aiutare a trovare i finanziamenti necessari, e questo è facilmente intuibile, ma può anche guidare i risparmiatori e le imprese a svolgere il loro ruolo con una maggiore consapevolezza nei confronti del clima.

Si tratta di adottare in primo luogo i cosiddetti criteri di sostenibilità ESG, ovviamente, ma anche di acquisire una visione di medio-lungo termine che contempli tutte le variabili in gioco, dalla remunerazione dell’investimento alla consapevolezza del valore sociale e intergenerazionale che investire oggi sulla transizione ecologica può avere.

«Sono ottimista per definizione –  ha messo subito in chiaro Franco Duc, chief governance officer di Crédit Agricole, nel suo intervento – Il cambiamento che sta arrivando cambierà anche il nostro modello di business». 

Essere ottimisti nel cambiamento, è questa la sfida implicita alla quale l’amministrazione comunale ha risposto per tutti, senza tirarsi indietro. «La politica deve essere capace di innovare», ha concluso l’assessore all’urbanistica, mobilità e viabilità, ambiente del Comune di Padova, Andrea Ragona, rimarcando il ruolo centrale di iniziative come quella promossa da AsVeSS nella prospettiva di quella Padova 2030 che si fa sempre più vicina (G.Sa.).

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