Dopo la lettera del Papa, la risposta del vescovo Claudio. "Riconoscenti per la vicinanza del Santo Padre Francesco"
Siamo molto riconoscenti dell’attenzione che papa Francesco ha ancora una volta dimostrato verso Padova, città che quest’anno è capitale europea del volontariato. Un volontariato che poggia su robuste e solide radici, che trova nelle nostre comunità cristiane e nelle realtà civili espressioni luminose.
E siamo particolarmente contenti che in questa Quaresima così “strana”, che ci vede tutti più “ristretti” in nome di un bene comune, abbia scelto di dare spazio, per le meditazioni della Via Crucis del Venerdì Santo, alla realtà del carcere Due Palazzi, coinvolgendo i “vari volti” che per diverse ragioni lo vivono: «la vittima, la persona detenuta, l’agente di polizia penitenziaria, il volontario, la famiglia di chi è detenuto, il magistrato di sorveglianza, il funzionario pedagogico, la Chiesa, la persona innocente, a volte ingiustamente accusata».
«Il carcere – ci ricorda papa Francesco – è un caleidoscopio di situazioni ed è sempre forte il rischio di raccontarne un particolare a scapito dell’insieme. La risurrezione di un uomo non è mai opera di un singolo, ma di una comunità che lavora alleandosi assieme».
È un messaggio forte e incoraggiante che ci arriva da papa Francesco, proprio in questi giorni in cui non solo Padova e i suoi cittadini stanno vivendo una situazione di difficoltà e di fatica perché costretti, per ragioni superiori e a fin di bene, a cambiare abitudini, a rinunciare anche alle espressioni comunitarie della fede, a rimanere il più possibile a casa. Questo sua vicinanza – che si estende a tutte le realtà di sofferenza, compreso il Carcere Circondariale, e alle altre realtà servite quotidianamente dal volontariato – tanto più in questa circostanza che vede Padova e tutta Italia “combattere” contro l’epidemia del Covid-19, ci ricorda ancora di più il valore dell’essere comunità, e la necessità di trovare nella carità e nel volontariato motivazioni e strumenti per aiutare chi ora è ancora più fragile, solo e indifeso.
+ Claudio Cipolla
vescovo di Padova
Fonte: Ufficio stampa Diocesi di Padova