"Diciotto anni consecutivi oltre i limiti di PM10". La denuncia di Legambiente
60 giorni oltre il limite di legge per quanto riguarda il Pm10, che per la normativa non possono essere più di 35 in un anno, 70 per quanto riguarda l’ozono, contro i 25 tollerati: questi i dati dell’inquinamento a Padova dell’anno appena concluso.
“Il 2018 - dichiara Lucio Passi, responsabile politiche antismog di Legambiente Padova- è stato un altro anno che ha visto l’aria della nostra città pesantemente inquinata.
Per il pm10 (polveri sottili) nel Veneto solo Venezia fa peggio di noi con 63 superamenti. Dietro a Padova con 60 tutti gli altri capoluoghi. Treviso con 53 giorni di superamenti del limite di legge, Rovigo con 49, Vicenza con 46, Verona con 44. Belluno con 4.
“Certo poteva andare peggio – continua Passi: le piogge di fine ottobre e novembre, le limitazioni del traffico, soprattutto quando hanno riguardato anche gli euro 4, hanno contribuito a contenere le concentrazioni di polveri sottili. Ma non c’è comunque da stare allegri visto che per il diciottesimo anno consecutivo nostra città risulta fuorilegge per questo inquinante. I danni alla salute sono noti: l’ultimo rapporto sulla qualità dell’aria della UE stima annualmente in Italia 60.600 morti premature per le polveri sottili, e 3200 per l'ozono. E non basta secondo l’OMS il 98% dei bambini italiani è esposto a livelli troppo alti di polveri.”
“E’ doverosa la limitazione della circolazione dei mezzi più inquinanti prevista fino al 31 marzo: per altro dovrebbe scattare nuovamente anche il blocco degli euro 4 visto che dal 29 dicembre per 4 giorni consecutivi il Pm10 ha superato il limite di legge. Ma per battere lo smog vanno potenziate e incentivate le alternative all’uso dell’auto, come l’aumento delle frequenza degli autobus. Un’altra di queste è l’uso della bicicletta. Va cioè riconosciuta la vocazione ciclopedonale del centro storico permettendo alle bici di percorrerlo in tutti i sensi di marcia (ciclabilità diffusa). Va poi istituita la Bicipolitana, progettata da un gruppo di associazioni tra cui Legambiente e assunta tra i progetti dell’amministrazione: si tratta di alcuni assi ciclabili forti che attraversano la città nelle varie direzioni, già ora di grande percorrenza da parte dei ciclisti, messi in totale sicurezza. Va poi riorganizzata – conclude Passi -la politica della sosta, con un incremento dei costi via via che si ci si addentra in città: ma allora perché insistere a voler fare nuovi parcheggi al PP1 e alla Prandina? Di park in centro, che non fanno altro che attrarre traffico, ce ne sono fin troppi, mentre gli 11 parcheggi scambiatori previsti nei Comuni contermini sono di là dal venire”.