Caritas Padova. Con “È per te” il territorio si attiva per bambini e ragazzi
Partito a gennaio a Padova, Vigonza e Ponte San Nicolò. Coinvolgerà assistenti sociali e realtà impegnate con i minori
Non è la prima volta che la Caritas Diocesana di Padova sceglie una canzone per dare il titolo a un proprio progetto. E anche questa volta il titolo scelto si presta benissimo allo scopo. Il progetto “È per te”, dall’omonima canzone di Jovanotti, è dedicato al contrasto della povertà educativa. Si tratta di un progetto pilota di natura sperimentale. Un primo seme, da studiare e analizzare, per elaborare protocolli condivisi e quindi progettualità da replicare nel tempo.
Coordinatrice del progetto è Elisabetta Vergani del Centro di ascolto diocesano della Caritas di Padova: «Il Centro di ascolto si occupa principalmente di marginalità sociale negli adulti – spiega – ma abbiamo ritenuto, in questo momento storico in cui la pandemia ha accentuato alcune situazioni di povertà educativa, di sperimentare questo progetto rivolto proprio ai minori». Il progetto, partito a gennaio, si concluderà a dicembre. Coinvolte due parrocchie nel comune di Padova – Madonna della Salute e Madonna Pellegrina – la parrocchia di Vigonza e la parrocchia di San Leopoldo a Ponte San Nicolò. La scelta è stata tutto fuorché casuale: «Il progetto “È per te” intende far leva sulle comunità territoriali partendo dalla parrocchia, coinvolgendo le varie realtà in progettualità ben specifiche. Sono state selezionate dunque parrocchie in cui potevamo contare già in partenza su un’attenzione di base a queste tematiche, con interlocutori già presenti e disponibili. L’intenzione, però, è che questo non sia altro che un modo per sperimentare un modello replicabile poi altrove, sia come coinvolgimento e sensibilizzazione, sia come azioni da intraprendere, anche grazie a un gruppo attivo di volontari Caritas».
Protagoniste dell’impegno due educatrici professionali: Giorgia Maniero, che si occuperà delle famiglie a Madonna Pellegrina e a San Leopoldo, e Monica Ruffato, impegnata a Madonna della Salute a Mortise e a Vigonza. «Sono state scelte – spiega Elisabetta Vergani – in virtù della loro esperienza con i minori e con le famiglie. Oggi siamo nelle fasi iniziali, nelle quali, a partire dai parroci e dai volontari Caritas già presenti nelle parrocchie, si vengono a creare dei gruppi di condivisione e di sensibilizzazione sul tema della povertà educativa». Una volta individuate le situazioni di povertà educativa – non necessariamente povertà materiale – si lavorerà in team. «Con la logica dei cerchi concentrici allargheremo il gruppo di lavoro a scuole, assistenti sociali del Comune e realtà territoriali che si occupano di minori per creare ragionamenti condivisi». In poche parole, creare «opportunità, attenzioni e accompagnamenti nei percorsi dei ragazzi». Sarà cruciale anche la partecipazione della famiglia, che stilerà un “patto educativo”, riconoscendo i bisogni dei minori beneficiari delle azioni in modo che possano uscire dalle situazioni di carenza.
Il compito delle educatrici si basa sulla scommessa che ispira tutto il progetto: attivare nei territori le risposte ai bisogni educativi dei territori stessi. Si tratta di un gioco di relazioni e di responsabilità, che vede per l’appunto in campo la “comunità educante” con il ruolo di protagonista.
«È un progetto del tutto sperimentale – ammette Elisabetta Vergani – di “ricerca-azione” che vuole “partire dal basso”, dai bisogni e dalle risorse dei territori, nei quali, seppur sospese in questo tempo di pandemia, esistono moltissime esperienze interessanti di attività culturali, sportive e di doposcuola che creano reti, condivisione e stimoli. Vogliamo renderle accessibili a persone che non le hanno potute conoscere per mille motivi, anche di conoscenza, di isolamento, di strumenti culturali e anche per motivi economici». Il seme di “È per te” intendere mettere radici in un terreno fertile: «Ci piacerebbe che questa esperienza rimanesse nei territori e continuasse a germogliare generando opportunità concrete contro le povertà educative».
L’obiettivo: generare una nuova cultura
Un progetto “generativo”. Con “È per te” la Caritas diocesana «auspica che le azioni di sensibilizzazione nei territori coinvolti generino una particolare attenzione al tema della povertà educativa, che possa diventare un patrimonio culturale e di sensibilità condiviso nelle realtà parrocchiali e nella collaborazione con gli altri attori, istituzionali e non». Saranno coinvolti 20 nuclei familiari con minori, con un investimento totale di 65 mila euro.
Le educatrici. Serve una risposta a misura del ragazzo
Giorgia Maniero, educatrice professionale coinvolta nel progetto “È per te” nelle parrocchie di Madonna Pellegrina a Padova e San Leopoldo di Ponte San Nicolò ha dato il via al suo impegno bussando a due porte. «Per prima cosa – spiega l’educatrice – ho incontrato i parroci di San Leopoldo e Madonna Pellegrina, per poi fare la conoscenza dei rappresentanti delle Caritas parrocchiali». Primi dialoghi, primi spunti, prime idee da cui – proprio secondo la logica dei cerchi concentrici, agganciare nuove realtà e fare la conoscenza di nuovi interlocutori, decisivi per creare quelle reti territoriali capaci di accogliere i bisogni educativi delle famiglie.
«Abbiamo mobilitato in primo luogo i giovani, i giovanissimi, gli animatori del grest, i doposcuola, i gruppi di catechesi, ovviamente i servizi sociali e la scuola, ma la spinta promotrice resta la parrocchia». Nelle prossime settimane si passerà alla fase due: «Nel confronto con la parrocchia e le realtà coinvolte individueremo i nuclei familiari beneficiari del progetto. Sarà un’azione collegiale, in modo da svolgere le attività mirate a contrastare la povertà educativa quando ci sarà l’effettiva presa in carico. Saranno azioni personalizzate, diverse da nucleo a nucleo». Sarà un lavoro di ascolto: «Come educatrici entreremo in punta di piedi nelle vite di queste di famiglie». La direzione verso cui si sta andando è quella giusta: «Si sta capendo sempre di più nei territori quanto il tema della povertà educativa sia centrale per il futuro di queste famiglie».
Monica Ruffato, anche lei educatrice professionale impegnata nel progetto “È per te”, ha iniziato ad incontrare le realtà operanti nelle parrocchie di Vigonza e di Mortise: «I parroci e i volontari ci stanno aiutando a capire il fenomeno della povertà educativa dentro le loro comunità. Io ho scelto di partire dall’esistente, cioè da quello che le parrocchie già fanno per i minori. È soltanto a partire da questa osservazione che potremo capire ciò che questo progetto potrà dare ai ragazzi. Solo attivando la comunità educante potremo mettere a disposizione dei giovani quelle risorse prima di tutto “umane” di cui hanno così bisogno».
La povertà educativa a volte non è che una manifestazione di una più profonda povertà relazionale: «Molti ragazzi sono soli. I più grandi a volte hanno tante risorse e tanto tempo a disposizione, e potrebbe essere prezioso impegnarli per altri bambini più piccoli e più in difficoltà. Ci sono ragazzini più isolati di altri, sia per motivi di integrazione che per l’utilizzo di tecnologie invasive». Ma, anche qui, è chiaro come la sola risposta efficace potrà essere la risposta personalizzata, addirittura sartoriale. «Il progetto è stato accolto molto bene – rivela Monica Ruffato – non solo perché si occupa di un tema molto sentito, ma perché non è calato dall’alto, ma cerca di coinvolgere gli attori del territorio».