Carceri ancora troppo affollate in Europa: in 7 Stati i detenuti sono più della capienza massima

I dati di OpenPolis, secondo cui il sovraffollamento incide sia sull’incolumità dei detenuti stessi che sul lavoro effettuato dal personale delle strutture detentive. I Paesi in cui il rapporto tra detenuti e posti disponibili è maggiore sono Cipro (145,67 detenuti ogni 100 posti), Romania (123,47) e Francia (114,32). Sono 7 gli stati in cui è maggiore il numero di carcerati rispetto allo spazio disponibile. Tra questi figura l’Italia (106,49)

Carceri ancora troppo affollate in Europa: in 7 Stati i detenuti sono più della capienza massima

Il periodo della pandemia ha avuto ripercussioni su numerosi ambiti della vita quotidiana. Per arginare l’emergenza sono state necessarie delle misure di distanziamento per ridurre i contatti. Questo non è stato possibile in tutti gli ambienti e le carceri sono uno di questi. Si tratta di uno dei potenziali risvolti negativi del sovraffollamento delle strutture detentive. A ricordarlo è OpenPolis, che si è occupata di questo nell’ambito di una collaborazione europea  con gli altri membri dello “European data journalism network” (Edjnet).
Di certo, la sovrappopolazione delle carceri è un problema che riguarda anche alcuni stati dell’Unione europea.

In 7 paesi dell’Unione Europea i detenuti superano i posti disponibili

Secondo i dati resi noti da OpenPolis, i paesi in cui il rapporto tra detenuti e posti disponibili è maggiore sono Cipro (145,67 detenuti ogni 100 posti), Romania (123,47) e Francia (114,32). Sono sette gli stati in cui è maggiore il numero di carcerati rispetto allo spazio disponibile. Tra questi figura l’Italia (106,49).
I tre paesi che invece registrano un dato minore sono Spagna (73,71), Estonia (66,53) e Lettonia (65,72).

Soluzioni da adottare per ridurre il sovraffollamento carcerario

Su questa tematica si è espresso l’ufficio delle Nazioni unite per il controllo della droga e la prevenzione del crimine (Unodc ). “Una delle questioni sollevate è legata a un corretto reinserimento nella società attraverso soluzioni come percorsi di formazione professionale – ricorda OpenPolis -. È infatti fondamentale per evitare ulteriori condanne e nuovi periodi di detenzione. Inoltre, è auspicabile in alcuni contesti rivedere le pene e valutare per quali è strettamente necessario il carcere e ridurre la detenzione preventiva”.
“Inoltre – continua - , sono da considerare anche la gestione delle risorse e degli spazi a disposizione, oltre al coordinamento più efficace all’interno delle strutture. È necessario per arginare determinate dinamiche sociali che possono esacerbare in un clima di sovrappopolazione carceraria. Si puntualizza ad esempio la necessità di tutelare la salute fisica e mentale dei detenuti e agire per limitare i fenomeni di corruzione”.

La sovrappopolazione nelle strutture detentive incide direttamente sulla possibilità di garantire adeguate condizioni di vita ai detenuti. “Ad esempio – si afferma -, un eccessivo popolamento delle carceri impatta sul lavoro di chi si occupa del funzionamento delle strutture. Anche l’organizzazione dei lavoratori è un tema da considerare in questo scenario”.

Non tutto il personale che lavora all’interno delle strutture detentive si occupa direttamente della custodia dei detenuti. Sono ad esempio assunti anche lavoratori occupati nel settore amministrativo e persone che gestiscono le attività di refezione. “Per l’analisi, ci siamo concentrati solo su chi si occupa della sorveglianza diretta dei carcerati”, precisa.
Il paese che registra più detenuti per membro del personale è la Lettonia. Si tratta di 26,7 carcerati per ogni lavoratore. Seguono Grecia (7,1), Romania (6,5) e Estonia (5,5). In fondo Italia (1,6), Paesi Bassi (1,6) e Irlanda (1,4).

Copyright Difesa del popolo (Tutti i diritti riservati)
Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)