Azione Cattolica. Educatori. Tre serate su “servire e dare la propria vita
“Servire e dare la propria vita” è il tema dei Giovedì dell’educatore, tre appuntamenti unitari on line in programma il 4 marzo, 15 aprile e 13 maggio. «Gli anni scorsi – spiega l’equipe per la formazione educatori diocesana – abbiamo curato due weekend unitari, intensi e arricchenti, con risultati molto buoni in termini di coinvolgimento. Quest’anno abbiamo optato per una formula un po’ diversa: un percorso distribuito nel tempo e, forse, proprio per questo, più accessibile. Tuttavia, non appena sarà possibile, ci piacerebbe tornare alla proposte in presenza».
La scansione tematica disegna un percorso che in un certo senso rispecchia l’esperienza di un educatore. «Chi si avvicina al servizio educativo è spinto e animato da una motivazione che, col passare del tempo, diventa sempre più consapevole; accompagnando altre persone, si forma, grazie al discernimento matura una personalità dotata di umiltà, solidità e fortezza, doti preziose per annunciare il Vangelo nella vita; scopre il senso profondo dell’azione educativa nella carità e nel dono, atteggiamenti che veramente ci permettono di incontrare Dio presente nel volto dell’altro».
L’obiettivo è accompagnare educatori e accompagnatori «a “servire e dare la propria vita” nel loro delicato compito formativo – titolo delle linee programmatiche 2020/21 – Vogliamo essere vicini a loro in questo periodo in cui tutti siamo più isolati, in questo tempo in cui molte attività e iniziative delle parrocchie sono bloccate o soggette a limitazioni a causa della pandemia. Questo è il momento per ripensare obiettivi, strumenti e stili educativi e abbiamo scelto di farlo, confrontandoci sul tema del servizio che accomuna tutti gli educatori».
I Giovedì faranno leva sull’esperienza come elemento formativo: «Chiederemo ad alcune persone di raccontaci come vivono il servizio e il dono di sé nella propria vita quotidiana. Il confronto tra le esperienze e le storie di chi parla e di chi ascolta ci permette di ricavare indicazioni, incoraggiamenti e strategie utili per la vita di ciascuno, giovane o adulto».
L’iscrizione al percorso – 3 euro a incontro – permetterà di sostenere «le tante persone e famiglie che percorrono continuamente la “rotta balcanica” (Grecia, Albania, Macedonia, Bosnia Erzegovina, Serbia), fuggendo da miseria, guerre e persecuzioni e subendo privazioni e violenze di ogni tipo. Questo fenomeno migratorio di lunga durata ci interpella come persone e come cristiani. Le grida dei poveri, troppo spesso ignorate dai media e dalle autorità politiche, non possono lasciarci indifferenti, se abbiamo scelto di metterci alla scuola del Vangelo e se riconosciamo il volto del Signore negli ultimi. Fenomeni complessi come le migrazione richiedono strategie e processi promossi e condivisi a livello internazionale e globale. Però il primo passo è liberarsi dall’indifferenza».