Anniversari 2021 per la Chiesa di Padova. Modesto Farina, vescovo: scelto dall’imperatore ma non filoimperiale
Quando fu eletto vescovo di Padova, duecento anni fa, nominato dall’imperatore d’Austria Francesco I come successore del vescovo “giacobino” Francesco Scipione Dondi dall’Orologio, il papa non ne voleva sapere: Modesto Farina, funzionario della Repubblica cisalpina e poi consigliere del culto del Regno Lombardo-Veneto, era troppo compromesso con il potere temporale per essere gradito alla Santa Sede.
Prima di essere consacrato, il 15 agosto 1821, a cinquant’anni giusti (è anche il 250° della nascita) dovette subire un “processo” minuzioso sull’ortodossia della sua fede, sul comportamento politico tenuto sotto francesi e austriaci, sul costume privato. Convinse pienamente i commissari, i cardinali e il papa, Pio VII. Come vescovo però non fu allineato con il giurisdizionalismo viennese che considerava vescovi e parroci come funzionari asburgici. Dopo un avvio parzialmente filoimperiale, mantenne una certa equidistanza tra Chiesa e Stato opponendosi, come gli altri vescovi veneti, alla burocratizzazione centralizzata. Finirà per perdere ogni fiducia nel rinnovamento d’aristocrazia e borghesia, per puntare sulla valorizzazione del popolo. La sua pastorale punta quindi sull’alfabetizzazione diffusa, l’istruzione religiosa, il seminario. Specie dopo il 1848, fino alla morte nel 1856, appoggerà le tendenze liberaleggianti di parte del clero padovano.
Gennari e Gloria: Studiosi. Due vite dedicate alla storia padovana
Nacquero a un secolo di distanza: li accomunò lo stesso amore per la storia di Padova antica, coltivato con vasta erudizione. L’abate Giuseppe Gennari, nato il 10 novembre 1721, spese la vita a scavare nel passato della città, senza tradurre questa fatica in una sintesi compiuta. I suoi studi, donati dal nipote al seminario padovano, furono però utile base per ricerche future. Andrea Gloria, nato il 22 luglio 1821, come cancellista dell’archivio municipale padovano riunì e riordinò documenti, reperti, archivi e biblioteche private costituendo le basi del museo civico, che ottenne dall’imperatore Francesco Giuseppe e diresse fino al 1887. Scrisse il suo Territorio padovano illustrato percorrendo a piedi o con mezzi di fortuna tutta la provincia.