Ambulatorio di Caritas Padova. Il diritto alla salute si fa concreto
Ambulatorio Caritas Aperto nel 1998, è ora gestito da Adam onlus. Numerose le collaborazioni per garantire cure odontoiatriche e oculistiche a chi è in difficoltà. Nel primo semestre 2023 sono state incontrate 141 persone, di cui 67 italiane. In tutto sono stati effettuati 569 interventi
«Il tempo che dedico all’ambulatorio è molto piccolo. Si tratta di una mezza giornata al mese, quindi non è uno sforzo grosso» spiega Antonio Santacatterina, medico odontoiatra. Eppure bastano poche ore di tempo donato per dare un supporto straordinario per la salute delle persone che si trovano in difficoltà economica e sociale. È questa, in poche parole, la funzione del poliambulatorio Caritas di Padova, nato nel lontano 1998 dalla collaborazione tra Caritas diocesana di Padova, Cuamm e Comune di Padova. Negli anni alla guida dell’ambulatorio è subentrata l’associazione Adam onlus, partner di Caritas. A oggi è attiva una convenzione tra la Caritas diocesana, l’associazione Adam onlus, il Comune di Padova, l’associazione Mimosa e la cooperativa sociale Equality. È un lavoro di squadra, e ciascun soggetto svolge un ruolo specifico: il Comune mette a disposizione i locali e paga le spese di utenza, Adam onlus gestisce e coordina il servizio, la Caritas diocesana finanzia il progetto e sensibilizza la comunità, mentre la cooperativa sociale Equality e l’associazione Mimosa promuovono iniziative in favore dell’ambulatorio, da anni diretto dal dott. Riad Zabadneh. Dopo la chiusura per l’emergenza Covid, l’ambulatorio è stato riaperto a giugno 2022. Al suo interno lavorano come volontari otto medici odontoiatri, un oculista, due assistenti alla poltrona, un tecnico radiografico e un tecnico riparatore. Due laboratori odontotecnici, Mavidental e Rizzo, forniscono, inoltre, protesi mobili gratuite mentre alcuni studi ottici, tra i quali Consorzio Optopiù e Cbm Italia onlus, contribuiscono con montature per occhiali e lenti gratuite. A dicembre 2022 è stata firmata una convenzione con l’Ulss 6 Euganea. «Quello che mi ha spinto a prestare questo servizio di volontariato è una motivazione esistenziale – spiega il dott. Santacatterina – Qualsiasi persona che arriva a rendersi conto di essere stata fortunata nella vita, a un certo punto si sente di poter dare qualcosa, ma, come in tutte le esperienze di volontariato, alla fine si riceve molto più di quanto si dà». Caritas Padova ha esteso l’invito alla comunità dei dentisti padovani a considerare la possibilità di aggiungersi alla schiera dei volontari. «L’appello è stato lanciato sui canali dell’Andi, Associazione nazionale dentisti, della sede di Padova. Pare abbia sortito un certo effetto dato che già due altri colleghi, con l’anno nuovo, hanno dato la loro disponibilità a lavorare in ambulatorio. La situazione è buona, ma c’è sempre bisogno di una mano in più». Santacatterina sottolinea: «Viviamo in una bolla di un mondo di benessere. Padova è una città ricca, e se non fosse per un’iniziativa di questo tipo non ci renderemmo conto di tutte le situazioni di disagio e indigenza nascoste. Anche questo è aprire gli occhi». Antonio Santacatterina presta servizio all’ambulatorio Caritas dal 2016. In questi anni le povertà passate dalla sua poltrona dentistica hanno cambiato volto. «Prima della pandemia – racconta – vedevamo molti minori stranieri non accompagnati. Tutto ciò mi ha toccato molto emotivamente dato che ho una figlia di quell’età, e mi sono così ritrovato a pensare invece alle possibilità che questi ragazzi non hanno avuto». Ora, però, all’ambulatorio accedono in misura maggiore uomini e donne di mezza età, italiani e stranieri, in situazioni di reale indigenza, lì indirizzati dopo il triage economico di Caritas Padova: «C’è chi non accede al sistema sanitario nazionale perché non può nemmeno pagare il ticket, o perché non può gestire la parte burocratica». Povertà molto pesanti, ma affrontate a testa alta: «Sono tutte persone molto dignitose, con le quali è anche bello scambiare due parole. Non si alzano mai dalla poltrona senza aver detto grazie. Noi dentisti, che lavoriamo nell’ambito privato, a volte non siamo abituati a tutto ciò». I servizi prestati dai medici sono più o meno gli stessi dei loro ambulatori: l’estrazione di denti non più recuperabili, otturazioni e cure canalari per quelli che si possono salvare. All’elenco si aggiungono la fornitura di protesi rimovibili e, per i più piccoli, attività di ortodonzia. «Si tratta di pazienti con situazioni odontoiatriche e orali più trascurate della media, anche se vediamo situazioni simili pure nel privato. È importante prendersi cura di questi pazienti perché, con un’età media più alta e con condizioni di salute provate, non sviluppino infezioni al cavo orale». L’ambulatorio Caritas ha incontrato 101 persone da giugno a dicembre 2022, dagli 8 agli 84 anni. Nel primo semestre di quest’anno il numero è salito a 141, dei quali 68 femmine e 83 maschi; 67 sono gli italiani. In tutto sono stati effettuati 569 interventi di cui 35 di ascolto della situazione, 79 di orientamento sanitario, 34 di consegna di beni e servizi sanitari e 421 appuntamenti per interventi. Di questi, 41 visite oculistiche con consegna di 30 occhiali e invio per due interventi alla cataratta. I 380 interventi rimanenti riguardano visite odontoiatriche, cure e interventi odontoiatrici. In particolare, sono state consegnate 26 protesi mobili ed effettuate 14 riparazioni. Quattro bambini sono in cura con apparecchio ortodontico mobile o fisso. «È il segno – conclude il dott. Antonio Santacatterina – che si può offrire un aiuto anche per un settore della medicina molto costoso, e che Caritas diocesana ha sempre le energie per continuare a sostenere, perché sia esempio di dignità e di buon funzionamento del tessuto sociale. Per noi medici è motivo di grande arricchimento dal punto di vista umano».