Agenda 2030, quale futuro? Noi possiamo ancora agire
17 Goal, 17 orizzonti Clima, rinnovabili, lavoro, parità di genere, sanità. Mancano meno di sei anni: Padova e Veneto in che direzione vanno?
Un forziere in legno contenente monete d’oro, su cui sopra è tracciata una sgargiante X rossa. Poi un percorso tratteggiato, in mezzo ostacoli apparentemente insormontabili tra sabbie mobili, pirati, famelici squali. Qua e là qualche àncora, una rosa dei venti e una bandiera con teschio. Topoi ricorrenti, soprattutto nella fantasia di chi è cresciuto leggendo e disegnando galeoni e pirati, che disegnano in mente l’idea di una mappa. Del tesoro, in questo caso, ma che, come strumento più in generale, ha la finalità di orientare chi ne viene in possesso. Un punto d’inizio e uno di arrivo. Da ottobre 2021, Mappe, inserto di otto pagine mensile de La Difesa del popolo, prova a fare questo, a orientare il lettore, sia esso un cittadino, un parroco, un rappresentante istituzionale, un referente di enti o associazioni, ponendoci la domanda: «Noi, Padova, Veneto dove stiamo andando?». Le sabbie mobili, gli squali qui sono la scellerata cementificazione, la carenza di diritti per alcuni lavoratori, i deficitari interventi da parte del Governo per garantire la parità occupazionale, le misure per l’universalità della cura. Analisi, dati, riflessioni e soluzioni, per tenere accesi i riflettori su ciò che accade attorno a noi. Da un anno, Mappe ha voluto tematizzare tutto questo, consapevoli del fatto che la città di Padova è stata selezionata come una delle cento città pilota che ambiranno alla neutralità climatica entro il 2030, seguendo i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile, definiti dall’Organizzazione delle Nazioni Unite come strategia per ottenere un futuro migliore e più sostenibile per tutti entro i prossimi sei anni. Benessere umano, la salute dei sistemi naturali e la presenza di sfide comuni per tutti i Paesi sono temi tanto alti e ampi, quanto strettamente connessi con le decisioni che prendiamo ogni giorno. Se pensiamo che questi 17 Goal sono stati definiti nel 2015, ci accorgiamo come il 2030 sia, ormai, dietro l’angolo. E dunque Padova e il Veneto in che direzione procedono? Un importante e corposo lavoro di analisi e monitoraggio è stato condotto dall’AsVeSS, Associazione veneta per lo sviluppo sostenibile, con il finanziamento della Camera di Commercio di Padova, nel primo Rapporto di posizionamento del territorio della provincia di Padova rispetto agli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030, ufficialmente pubblicato e disponibile dal 20 novembre e che ci guiderà all’interno di queste pagine per fare il punto, a mo’ di giro di boa: «Abbiamo ritenuto questo il momento per cominciare a misurare concretamente le azioni avviate a livello territoriale per capire se stiamo andando, e a che velocità, verso un percorso sostenibile, quali sono i punti di forza e le criticità – evidenzia Matteo Mascia, coordinatore AsVeSS – A livello nazionale è quello che ha iniziato a fare l’ASviS, ci pareva importante elaborare una serie di riflessioni e indagini per capire meglio Padova e il Veneto. Abbiamo individuato 44 indicatori reperendo dati da fonti pubbliche: un primo limite che abbiamo incrociato è che a livello di provincia e Comuni questi dati non si trovano o sono pochi o spesso non afferiscono direttamente agli obiettivi di sostenibilità. Ma la caratteristica di questi rapporti è la confrontabilità, il ragionare d’insieme confrontando i dati locali con quelli, regionali, nazionali e con i target fissati a livello europeo». La fotografia scattata dal report (consultabile online inquadrando il Qr-code presente in pagina) ha zone di luce e d’ombra: sulla lotta alla povertà, in tema di salute e istruzione, sull’occupazione, Padova cammina con convinzione, con picchi anche superiori alla media nazionale (vedi economia circolare); mentre le criticità hanno a che fare con l’ambiente, il consumo di suolo, l’acqua, l’inquinamento dell’aria, alcune infrastrutture e la scarsa propensione verso l’utilizzo di energia proveniente da fonti rinnovabili. «L’obiettivo per i Paesi europei di utilizzare il 45 per cento dell’energia pulita è ancora lontano e con questo trend lento non arriveremo al raggiungimento – avverte Mascia – Su questo dobbiamo interrogarci perché la decarbonizzazione, la riduzione di energia da fonti fossili passa dalle rinnovabili. Un altro elemento di problematicità è la percentuale di Neet che è al 12 per cento, ben lontana dal 9 per cento fissato dall’Europa: i dati sono del 2022 e sicuramente risentono della pandemia. Nel 2023 stiamo avvertendo uno scatto, forse è un’inversione». Alla base comunque emerge un “imperativo”: dobbiamo fare di più. Padova e il Veneto hanno intrapreso un cammino, seppur tortuoso, consapevoli che a livello nazionale si è in ritardo. Ma anche per questo dobbiamo, tutti, camminare più speditamente. «Le vicende climatiche e geopolitiche potrebbero indurci alla rassegnazione – conclude Mascia – Ma questo rapporto ci dà consapevolezza e consegna un’immagine positiva. Lo vediamo come strumento per rigenerare speranza, alimentando il cambiamento».