270° Anniversario della Dedicazione. La Cattedrale di Padova Celebra la Sua Storia e Significato

Cattedrale in festa, il 25 agosto, per il 270° anniversario della dedicazione. Fu il cardinale Carlo Rezzonico – vescovo di Padova dal 1743 al 1758 e, successivamente, papa Clemente XIII – a consacrarla.

270° Anniversario della Dedicazione. La Cattedrale di Padova Celebra la Sua Storia e Significato

La Cattedrale del 1754, costruita dopo la demolizione della chiesa "nata" in seguito al terremoto del 1117 e consacrata il 24 aprile 1180, ha richiesto due secoli di lavori. Fu il vescovo Pietro Barozzi (a guida della Diocesi di Padova dal 1487 al 1507) a volere una Cattedrale più "moderna"; una Cattedrale che rispecchiasse la maestosità della Basilica di San Pietro.

Con l'approvazione dell'Amplissimo Capitolo della Cattedrale, giunta il 2 gennaio 1551, il cardinale Francesco Pisani – poi vescovo di Padova dal 1524 al 1527 – benedisse la prima pietra il 6 maggio 1522. La nuova Cattedrale, in particolare il presbiterio, prese forma grazie a un modellino di Michelangelo Buonarroti, impegnato a Roma nel "cantiere" di San Pietro, che il vescovo Barozzi aveva visitato.

"Questo anniversario è l'occasione per capire il senso di dedicare un luogo all'incontro e alla preghiera", ha sottolineato don Giuliano Miotto, parroco della Cattedrale di Padova, nell'omelia della messa prefestiva di sabato 24 agosto. "Chiesa, che deriva da 'ecclesia', indica un edificio, ma indica anche ognuno di noi che ci ritroviamo come comunità". E ancora: "Il Concilio Vaticano II ha evidenziato, tra i tanti modi per definire la Chiesa, questi tre: popolo di Dio, corpo di Cristo, tempio dello Spirito. E rispetto all'identità ha parlato di Chiesa come mistero, Chiesa comunione, Chiesa missione. Ogni chiesa-edificio è un segno che rimanda alla presenza del Cristo tra noi".

Il 25 agosto, 270° anniversario della dedicazione della Cattedrale, "celebriamo la chiesa madre di tutte le altre della Diocesi di Padova", ha continuato don Miotto. "In Cattedrale il vescovo raccoglie, raduna, guida e accompagna le 459 parrocchie della Diocesi. È il luogo del convenire e, allo stesso tempo, del partire. Qui la Diocesi vive i momenti più intensi dell'anno liturgico: la Messa crismale, la Veglia pasquale, le ordinazioni presbiterali, le veglie missionaria, vocazionale, dei giovani".

La Cattedrale è un segno che rimanda ad Altro: "Qui dentro ci lasciamo prendere dallo stupore: non per le bellezze che troviamo, ma perché ci rimanda ad Altro. Il centro della nostra adorazione – ce lo ricorda il Vangelo di Giovanni che abbiamo ascoltato – non è un luogo, ma una persona. Che ciascuno di noi, entrando in Cattedrale, come in ogni chiesa, possa essere rapito da qualcosa che lo porta più in là".

Don Miotto, in conclusione dell'omelia, ha citato le parole di Romano Guardini sul portale della chiesa, che introduce "alla casa di Dio. (...) Quando entri... deponi ciò che è meschino. Liberati da quanto è gretto e angustiante. Scrolla quanto ti opprime. Dilata il petto. Alza gli occhi. Libera l'anima! Tempio di Dio è questo, e una similitudine di te stesso. Poiché tempio del Dio vivente sei proprio tu e la tua anima. Rendilo ampio, rendilo limpido ed elevato" (da "Lo spirito della liturgia. I santi segni").

"Sono parole che – ha concluso don Giuliano Miotto – ci dicono come ogni segno presente in questa Basilica Cattedrale rimandi a qualcosa di più grande. Che ogni mattone ci ricordi che ognuno di noi è tempio del Dio vivente".

Copyright Difesa del popolo (Tutti i diritti riservati)