Una bella coincidenza. La “Conferenza sul futuro dell’Europa”, le parole di Schuman e di Guardini, la scelta di papa Francesco
A precisa distanza di 71 anni dalla storica Dichiarazione che porta il suo nome (9 maggio 1950) Robert Schuman, per il quale è aperto il processo di beatificazione, sarà certamente felice nel vedere il suo auspicio realizzarsi con la Conferenza sul futuro dell’Europa.
“Un grande appuntamento con tutta la società civile europea, ben al di là dei circoli degli eletti e degli addetti ai lavori potrebbe imprimere un nuovo slancio motivato del nostro unirci. Io ci sarò, in ogni caso, con tutti voi, con tutto il cuore”.
Con questa risposta “da remoto” Robert Schuman (1886-1963) risponde alle lettere che il giornalista Sébastien Maillard gli aveva rivolto raccogliendole nel libro “Qu’avons-nous fait de l’Europe?” (“Che cosa abbiamo fatto dell’Europa?”) pubblicato nel 2013.
A precisa distanza di 71 anni dalla storica Dichiarazione che porta il suo nome (9 maggio 1950) Robert Schuman, per il quale è aperto il processo di beatificazione, sarà certamente felice nel vedere il suo auspicio realizzarsi con la Conferenza sul futuro dell’Europa.
Sono i primi passi ma non manca la fiducia in una rinascita della coscienza popolare europea unito a un sussulto culturale e politico delle Istituzioni dell’Unione. Chiara la volontà di dare con diverse modalità la parola ai cittadini come afferma la “Dichiarazione comune” del 10 marzo 2021 a firma dei presidenti del Parlamento, del Consiglio e della Commissione.
E’ programmata una serie di laboratori territoriali di confronto tra cittadini di Paesi diversi in cui si potrà parlare di temi europei senza che siano filtrati da dinamiche esclusivamente nazionali mentre l’altro strumento di partecipazione è una piattaforma digitale multilingue.
E’ presto per esprimere valutazioni anche perché ci sono differenti posizioni sulla stessa Conferenza ma dopo un tempo assai lungo di forte affanno il respiro comunitario ha l’occasione per riprendere forza e ritmo.
Tornano le parole di Schuman in risposta ai giornalisti che negli ultimi giorni della sua vita gli chiedevano quale fosse il compito degli europei di fronte alle crisi: “continuer, continuer, continer”.
Oggi la Conferenza sul futuro dell’Europa dice che aveva ragione.
E’ Romano Guardini a ricordare il punto di riferimento: “Se l’Europa deve esistere ancora in avvenire, se il mondo deve ancora aver bisogno dell’Europa, essa dovrà rimanere quella entità storica determinata dalla figura di Cristo, anzi deve diventare con una nuova serietà ciò che essa è secondo la propria essenza. Se abbandona questo nucleo, ciò che ancora di essa rimane non ha molto più da significare”.
Su questa linea si pone il magistero europeo di papa Francesco e oggi la sua scelta di nominare Nunzio Apostolico presso le Istituzioni Ue il vescovo Aldo Giordano che dopo sette anni lascia la Nunziatura Apostolica in Venezuela. In precedenza mons. Giordano era stato Segretario generale del Consiglio delle conferenze episcopali europee e Osservatore permanente della Santa Sede presso il Consiglio d’Europa. Come non cogliere una bella e incoraggiante coincidenza?