Un dialogo tra umili. Piazza san Pietro “vuota” e il dialogo tra fede e scienza
Si scopre che tra scienza e fede c’è un’alleanza, particolarmente intensa e sofferta, per salvare l’esistenza e per salvare la vita.
L’immagine di papa Francesco solo, in una piazza san Pietro vuota, dice che nelle attese dell’uomo di oggi la fede ha ceduto il passo alla scienza.
Questa, in sintesi, la valutazione apparsa su un quotidiano nazionale all’indomani della preghiera serale del 27 marzo.
Ma era davvero vuota piazza san Pietro e davvero la fede e la scienza si stanno contendendo la speranza dell’uomo?
Quella piazza vuota non era forse il simbolo di una “Presenza-Assenza” sfuggita a chi guarda la Chiesa esclusivamente attraverso le lenti della sociologia, della politica, della statistica?
E’ sufficiente rispondere che quella piazza era “piena” perché una folla era attorno ai video? C’è un “qualcosa” di più profondo, non bastano le lenti degli esperti e dei commentatori per scorgerlo.
Possono riuscirvi le lenti degli umili, di quanti non leggono nei propri limiti una sottrazione di dignità ma vedono passaggi da attraversare, anche con il pianto, per vivere con dignità.
Era silenziosa piazza san Pietro la sera del 27 marzo ma attorno a un Papa in preghiera si poteva sentire, accompagnato dal leggero ticchettio della pioggia, il brusio degli umili, il brusio degli angeli.
E per quanto riguarda il rapporto tra la fede, con la piazza vuota, e la scienza, con i seguitissimi servizi televisivi?
Confronti su questo tema sono sempre auspicabili magari richiamando il Concilio, il magistero della Chiesa, la ricerca di senso da parte di credenti e di non credenti.
Sono tempi ormai superati quelli in cui alcune linee teologiche e dottrinali erano così ostili alla scienza da essere definite da Jacques Maritain, “un pio oltraggio all’intelligenza”.
La cronaca a volte è maestra. Oggi invita a guardare, seppure in video, i volti degli uomini e delle donne di scienza, compresi medici e infermieri, mentre ascoltano le testimonianze dei contagiati, dei familiari, dei soccorritori.
Si scopre che tra scienza e fede c’è un’alleanza, particolarmente intensa e sofferta, per salvare l’esistenza e per salvare la vita.
Basterebbe fermare lo sguardo sui volti degli uomini e delle donne di scienza per intravvedere la fragilità umana di fronte al male e nel contempo la ferma volontà di combatterlo.
Basterebbe guardare i volti degli uomini e delle donne di scienza per commuoversi davanti a un’umanità che si conferma come luogo privilegiato dell’incontro della fede con la scienza.
Due diversità si riconoscono nei volti degli umili della scienza e degli umili della fede.
In questo dialogo tra umili si possono cogliere le tracce di Colui che è “Presenza-Assenza”.