Terza età. "Chiediamo al Governo di promuovere e sostenere la nascita della Convenzione Onu per i diritti degli anziani"
Intervista a Emilia Romano, presidente di HelpAge Italia: “Avere linee guida sarebbe passo importantissimo. Ci sono state denunce e tanti i diritti violati delle persone anziane - alcune morte - durante la pandemia dentro le nostre strutture. Ancora ci sono strutture che negano l'accesso alle visite ai familiari”
Una convenzione internazionale per i diritti delle persone anziane che metta al centro il riconoscimento e la cura di tutti gli aspetti della terza età. A chiederlo al governo Draghi, affinché l'Italia se ne faccia sostenitrice e promotrice, è HelpAge Italia onlus. E' stata l’unica associazione italiana invitata, dal 29 Marzo al 1°Aprile, all’undicesima sessione del Open-Ended Working Group on Ageing, il gruppo delle Nazioni Unite che si occupa della tutela dei diritti delle persone anziane che si è tenuta a New York e in modalità virtuale. HelpAge Italia è associata alla rete Internazionale HelpAge International. Abbiamo intervistato la presidente di HelpAge Italia onlus Emilia Romano.
Lei è stata ascoltata in conference call durante Open-Ended Working Group on Ageing.
Da molti anni presso le Nazioni Unite è operativo un gruppo di lavoro che esamina il quadro internazionale esistente dei diritti umani delle persone anziane, identificando le possibili lacune e il modo migliore per affrontarle, anche considerando, la fattibilità di ulteriori strumenti e misure da adottare. In questo ambito HelpAge promuove da oltre dieci anni l’adozione di una Convenzione delle Nazioni Unite specifica sui diritti degli anziani che, se approvata, rappresenterebbe una guida imprescindibile per lo sviluppo di politiche nazionali per la difesa tra gli altri del diritto alla vita, del diritto alla salute, del diritto all’autonomia, del diritto alla sicurezza, del diritto alla difesa dagli abusi e dalla violenza. La convenzione aiuterebbe a costruire una solida base da cui possano emergere politiche nazionali efficaci, modificando anche atteggiamenti e comportamenti verso gli anziani, così come accaduto ad esempio per bambini, donne e persone con disabilità in seguito all’approvazione di convenzioni internazionali specifiche sui loro diritti, figlie della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Sono intervenuta lo scorso 30 marzo concentrandomi sugli anziani e le conseguenze del Covid 19 in tema di tutela dei diritti all'interno delle strutture socio-assistenziali. In particolare, abbiamo presentato un progetto pilota che stiamo realizzando in Veneto.
In che cosa consiste il progetto?
Si tratta di un progetto pilota, il cui accordo è nato nel dicembre del 2019, che stiamo conducendo in partnership con la struttura di Servizi Sociali e Assistenziali per 150 persone anziane del comune di Belluno, Ser.S.A. srl, per lo sviluppo di un sistema di safeguarding (tutela) ovvero un insieme di misure che consentano di prevenire situazioni di abuso o maltrattamento, rilevare e gestire situazioni non tutelanti per gli assistiti, garantendo il rispetto dei loro diritti. È il momento di passare dalle parole ai fatti con progetti concreti, che devono però basarsi su una guida chiara: una Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone anziane. Sappiamo che non appena si è dentro una realtà di accoglienza, iniziano a poco a poco ad arrivare segnalazioni di vario tipo. Chiaramente il nostro lavoro con l'avvento del Covid è stato purtroppo ridimensionato. Nonostante ciò, siamo riusciti lo stesso ad impegnarci; si è costituito nella struttura un gruppo interno che interagisce con noi e stiamo per il momento conducendo dei workshop online il prossimo dei quali è previsto per il 20 aprile. Grazie al nostro supporto si attivano processi significativi, prendendo in considerazione nello stesso tempo i nodi che emergono e le eventuali strade da percorrere per scioglierli. In un altro momento si capirà come intervenire a livello formativo non solo del personale ma anche degli stessi anziani se le loro condizioni di salute lo permettono. Chiaramente a conclusione dei lavori, stileremo una relazione sul progetto che potrebbe diventare da apripista cioè un modello e una buona prassi da potere seguire. Pensiamo per esempio di attivarci nello stesso modo pure in alcuni centri del Lazio dove ci sono stati casi di abuso e maltrattamenti molto rilevanti.
Qual è l'appello al Governo italiano?
Il nostro appello al Governo italiano è quello di sostenere e promuovere attivamente una Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti degli anziani in tutte le sedi competenti, in particolare l’OEWG on Ageing e la Commissione Europea. Avere linee guida su cui muoversi sarebbe un passo importantissimo. Ci sono state denunce e sono stati tanti i diritti violati delle persone anziane - alcune morte - durante la pandemia dentro le nostre strutture. Sappiamo che ancora ci sono strutture che per varie motivazioni negano l'accesso alle visite ai familiari. Abbiamo apprezzato molto il recente intervento del presidente del Consiglio Draghi a Bergamo ma adesso desideriamo che ci si attivi concretamente. Il Covid 19 ha colpito le persone anziane in modo sproporzionato e le risposte alla pandemia hanno portato in molti casi a morti evitabili e all’aumento della discriminazione e della povertà. Questa crisi ha dimostrato quanto sia importante proteggere i diritti delle persone più longeve, perché ci siano pari opportunità di sopravvivere, di vivere con dignità e di continuare a contribuire alla vita delle nostre comunità. Troppo a lungo la tutela dei diritti degli anziani è stata trascurata dalle politiche nazionali e ne abbiamo avuto chiara evidenza. In Italia è arrivato il momento che si prenda consapevolezza di un tema che riguarda tutti; gli anziani vanno tutelati e valorizzati in tutte le fasi della loro vita, promuovendo pure gli scambi intergenerazionale, proprio nell'ottica della crescita di tutta la società. La vera svolta per un cambiamento culturale significativo potrebbe partire proprio dalla convenzione internazionale sui diritti degli anziani.
Serena Termini