Le cose giuste da ricordare, secondo i fratelli Mattei

La mia speranza è che, seguendo l’esempio di Davide e Sara, tanti altri artisti che portano in sé una vera esperienza di fede possano uscire dalla tana del “gli altri non mi capiscono”, condividendo, ognuno a modo suo, la bellezza che si è incontrata nello scoprirsi amati da Dio

Le cose giuste da ricordare, secondo i fratelli Mattei

“I dischi che parlano del male fanno trasgressivo e sono la normalità, ed infatti siamo arrivati ad un punto in cui c’è un’intera generazione depressa che neanche sa di esserlo. A me questa cosa non va bene e ritengo sia giusto ricordare alcune cose.” Così Davide Mattei, in arte Thasup, uno dei giovani producer e rapper più famosi d’Italia, descrive in una storia Instagram il suo ultimo lavoro discografico figlio della collaborazione con sua sorella Sara, in arte Mara Sattei, divenuta celebre dopo la partecipazione ad Amici di Maria De Filippi e al Festival di Sanremo 2023.
Le cose che Davide ritiene giusto ricordare sorprenderanno molto, forse ancora di più chi si professa cristiano. Perché è molto facile, per noi credenti, ritenerci dei portatori di una lotta eterna contro la cultura mondana dominante, giudicare il messaggio del Vangelo incompatibile con le forme comunicative della cultura pop. È facile riconoscersi nell’essere “contro” qualcosa o qualcuno. Quando poi avviene che due esponenti di spicco della cultura musicale giovanile parlano apertamente del loro rapporto con Dio c’è il rischio che ci si senta persi.

Quanto meno, questo a me è successo e di questo vorrei parlare.

Scrollando il mio feed di Instagram ho ascoltato una canzone italiana simil gospel. La cosa mi ha destato curiosità e, a seguito di una breve ricerca online, ho scoperto con enorme sorpresa che Thasup e Mara Sattei il 13 dicembre 2024 hanno pubblicato “Casa Gospel”, un album nel quale quasi ogni canzone affronta il tema di Dio e della fede, in maniera esplicita o velata.
La mia prima reazione sui contenuti dell’album è stata un misto di contentezza e disagio. Vedere come due giovani musicisti abbiano condiviso con coraggio un’esperienza di fede con tutto il mondo mi ha riempito di speranza motivandomi nella mia ricerca di unione tra arte e fede nel quotidiano (chi scrive è un musicista, ndr). Allo stesso tempo, però, il mio sentirmi legittimato a professarmi cristiano solo dopo che degli artisti che considero “di moda” si sono esposti al riguardo mi turba molto, spingendomi a confrontarmi su quanto sia io a mettermi i bastoni tra le ruote da solo.
Infatti, molte volte, di fronte alla possibilità di testimoniare la mia fede in pubblico, mi sono sentito bloccato dal pensiero “Che cosa penseranno gli altri?”, temendo il peggio. Razionalmente, so quanto tale timore sia discutibile e facile da arginare, ma è semplicemente la mia inevitabile sfida interiore. Allora ripenso a quanto mi disse un importante imprenditore musicale italiano che usa apparire sui social con un Tau francescano al collo: “Tu non ti immagini quanti musicisti mi scrivono per via del simbolo che porto al collo” come ristorati dal fatto che possono, finalmente, dichiararsi cristiani in un mondo apparentemente ostile come quello dell’industria musicale pop.

Tornando ai due giovani artisti, il loro album “Casa Gospel” nel giorno del debutto ha collezionato oltre 2.200.000 ascolti su Spotify, con tutte le tracce presenti nella Top 40 della piattaforma. Tra i brani del disco, l’ingresso più alto è stato quello del primo singolo estratto, Posto mio, che debutta alla posizione numero 17 con 356.314 stream. Undici giorni dopo, 7 tracce su 8 hanno più di un milione di ascolti ciascuna solo su Spotify.

Cosa implica questo? Di certo che tanti, tantissimi, adolescenti, grazie al lavoro di Thasup e Mara Sattei, ora si ritroveranno almeno un altro istante a doversi confrontare con una domanda: chi è Dio per me? O anche: Come mi pongo di fronte a quanto testimoniano queste canzoni?
Personalmente ritengo questo, forse, il fine più alto dell’arte: suscitare le domande giuste, perché solo da esse può nascere un vero percorso di vita.

Allora la mia speranza è che, seguendo l’esempio di Davide e Sara, tanti altri artisti che portano in sé una vera esperienza di fede possano uscire dalla tana del “gli altri non mi capiscono”, condividendo, ognuno a modo suo, la bellezza che si è incontrata nello scoprirsi amati da Dio.

Come fare? Credo basti semplicemente parlare della propria esperienza, senza altre argomentazioni particolari. Un vissuto emotivo a volte comunica infinitamente di più di una spiegazione da manuale. A tal proposito mi piace prendere d’esempio la stessa Mara Sattei che, parlando dell’ultimo album, ha dichiarato: “Questo disco non è un disco religioso. Non parla di regole, ma parla di un amore profondo, di quella pace interiore e di ricerca che accomuna tantissime persone. […] Dio ha cambiato la mia vita, mi ha fatto capire quanto io sia amata. Mi ha dato la forza quando non l’avevo.”
Un amore profondo, vissuto, sorprendente. Io ci credo? Ad ognuno di noi il dono di poter dare la sua risposta.
Nel frattempo, buon ascolto e grazie ai fratelli Mattei.

Federico Cutrone

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Fonte: Sir