L'azzardo e il Covid-19 nelle tabaccherie secondo i Monopoli

Il 30 marzo l'Agenzia delle dogane e dei monopoli vieta ogni gioco perché ha ricevuto segnalazioni di assembramenti nelle tabaccherie. Ma il 23 aprile li consente nuovamente, senza spiegare perché non ci siano più pericoli di contagio. La reazione delle associazioni e dei Comuni

L'azzardo e il Covid-19 nelle tabaccherie secondo i Monopoli

Il 30 marzo l'Agenzia delle dogane e dei monopoli decide che anche nelle tabaccherie siano vietati “10&Lotto”, “Millionday” e “Winforlife” “Winforlife vincicasa” e “le scommesse su eventi sportivi e non sportivi, ivi compresi quelli simulati”. Il direttore dell'Agenzia, Marcello Minenna, nella determina scrive che tale decisione è presa, tra l'altro, in considerazione del fatto “che continuano a pervenire segnalazioni, anche da parte di esponenti di organi istituzionali, che in alcuni esercizi gli avventori continuano a intrattenersi dopo la giocata in attesa delle estrazioni da remoto ovvero della verifica dell’eventuale vincita”. Insomma, stop ad ogni gioco (eccetto i gratta e vinci), visto che si creano assembramenti. Il 23 aprile, però, con una nuova determina dà di nuovo il via libera al gioco d'azzardo nelle tabaccherie. 
E così dal 27 aprile è di nuovo possibile puntare proprio sui giochi vietati il 30 marzo, “mantenendo in ogni caso l’obbligo di spegnimento dei monitor e dei televisori”. Non  si capisce, però, cosa o chi garantisca che nelle tabaccherie i giocatori non si fermino in attesa di sapere se hanno vinto o meno. Nessuna particolare disposizione viene impartita ai tabaccai.

La scelta dell'Agenzia dogane e monopoli (e quindi dello Stato) di consentire il gioco d'azzardo ha immediatamente suscitato la reazione delle associazioni che si battono da anni contro i danni derivanti dalla dipendenza da slot machine, gratta e vinci, scommesse o lotterie. Anche perché dal 4 maggio sarà possibile giocare anche ad altre lotterie e dall'11 maggio ritorneranno in funzione le slot machine. La Consulta Nazionale Antiusura Giovanni Paolo II, il Cartello “Insieme contro l’Azzardo”, l’Associazione AND (Azzardo e Nuove Dipendenze), l’Associazione A.GIT.A. (Associazione per i giocatori d’azzardo e le loro famiglie), il Movimento "Slot Mob" e le Case Editrici "Vita" e "Città Nuova" hanno scritto al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte. “Caro Presidente nella tempesta che sta flagellando il Paese ammetterà che stride nella 'Fase 2' dell’attuale emergenza, rivolta alla ripartenza graduale e del ripristino delle attività 'Secondo criteri che privilegino motivi di salute pubblica' e 'nel rispetto delle misure di sicurezza sanitaria', trovare l'azzardo”. E propongono di costituire un tavolo di lavoro e di confronto, finalizzato ad analizzare ogni aspetto economico, finanziario e di salute pubblica dell’attuale modello di offerta scientificamente ritenuto nocivo per la salute pubblica.La Campagna “Mettiamoci in gioco” oltre a ribadire che “il gioco d’azzardo è tutt’altro che un’attività essenziale” sottolinea come “molte delle persone che frequentano le sale giochi hanno un’età avanzata e, dunque, sono particolarmente esposte ai rischi collegati alla diffusione del Covid-19”. E invita l'Agenzia delle dogane e dei monopoli a “chiarire quali siano le linee guida che gli esercenti dovranno seguire per assicurare il distanziamento sociale e tutti gli accorgimenti necessari per limitare la diffusione del contagio”. Dovrebbe insomma “prendersi la responsabilità di indicare quali precauzioni mettere in atto per combattere la diffusione del Covid-19”. Anche i sindaci sono sul piedi di guerra. Quello di Bergamo, Giorgio Gori, ha detto chiaramente che ha già “deciso di rinnovare l’ordinanza, sarà vietato finché rimarrà l’emergenza sanitaria”. E l'associazione dei comuni della Marca Trevigiana, con la sua presidente Mariarosa Barazza hanno commentato così la scelta di una riapertura graduale del gioco d'azzardo nelle tabaccherie: “In un momento di grave crisi economica, in cui molte famiglie sono costrette a ricorrere ai buoni-spesa perché da settimane non entrano più fonti di reddito nelle case, prima ancora di riaprire scuole, biblioteche, musei e tante imprese e negozi, lo Stato riautorizza solertemente l’inutile e dannosa spesa del gioco e dell’azzardo. I giochi e l’azzardo, se proprio non possiamo chiuderli per sempre che sarebbe l’opzione migliore, dovrebbero essere l’ultima cosa a riaprire nel nostro Paese”. 

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)