Elezioni regionali. Paolo Benvegnù. Lista “Solidarietà Ambiente Lavoro”
Paolo Benvegnù. 68 anni, originario di Cessalto (Treviso) ma da tempo residente a Padova, si candida alla presidenza della Regione Veneto con la lista “Solidarietà Ambiente Lavoro” sostenuta da Rifondazione Comunista e Partito Comunista Italiano, indipendenti di sinistra e ambientalisti. Già militante di Potere Operaio e laureato in scienze politiche, Benvegnù è stato operaio nella fabbrica di corso Stati Uniti a Padova dove un tempo veniva stampato il Corriere della Sera.
Qual è la principale novità/discontinuità che introdurrebbe nel Governo del Veneto rispetto alla gestione di questi ultimi dieci anni?
«È necessaria una totale discontinuità con le politiche fatte dalla Regione Veneto negli ultimi dieci anni e non solo. Sotto il profilo dell’ambiente e della tutela del territorio, che oggi a fronte della evidenza dei cambiamenti climatici è fondamentale. Esiste anche un problema grave dal punto di vista sociale, che l’epidemia e la conseguente crisi di settori centrali dell’economia veneta hanno ulteriormente messo in luce. Le politiche liberiste centrate sul mercato come regolatore ultimo e sulle imprese erano insostenibili prima lo sono ancora di più adesso. Investimenti nel sociale, nella scuola, nella sanità, nella tutela dell’ambiente e del territorio sono non solo indispensabili, ma sono anche la base su cui creare nuovi posti di lavoro».
Autonomia del Veneto: quale obiettivo è realistico perseguire?
«L’autonomia come è proposta e in qualche misura praticata nella nostra regione è una nuova forma di centralismo, non più romano ma veneziano. Siamo per la più larga autonomia degli enti più prossimi ai cittadini. Per noi la vera autonomia si ha rafforzando il ruolo dei Comuni e delle Province. La partita dell’autonomia, quella che vuole Zaia e che ripercorre altri tentativi di un’epoca precedente, quelli della Dc veneta con modello bavarese, è sicuramente ancora tutta da giocare e non solo nel campo del rapporto tra Roma e la periferia: si gioca anche nel campo dei partiti».
Grandi infrastrutture: ce n’è una, in particolare, che da presidente della Regione ritiene essenziale realizzare?
«Un solo grande progetto di infrastruttura è necessario: quello di portare ovunque la banda larga. Le ragioni della sua necessità sono evidenti per tanti motivi, uno in particolare: con la diffusione della banda larga è possibile pensare di ridare centralità ad aree del nostro territorio che sono state marginalizzate e che con opportuni investimenti nei servizi potrebbero rompere la fuga dei residenti e diventate nuovamente attrattive».