Sono un fiume di grazia. Grazie!
Il racconto di un ritiro per gli anziani a villa Immacolata. "Bisogna starci dentro per cogliere il fiume di grazia che queste persone sono con la loro età!"
Ritiro spirituale terza età. E la seconda qual è? Adultissimi: sembra di prenderli in giro per non essere capaci di dire “anziani”.
Ma non sono solo tali! Molti di loro sono anziani, ma tante persone che sono arrivate alla pensione in giovane età e hanno la giornata libera, si aggregano al gruppo per il ritiro spirituale che villa Immacolata propone ormai da diversi anni nelle quattro tappe del tempo liturgico: in preparazione alla festa dei santi (ottobre), in preparazione al Natale (dicembre), in preparazione alla Pasqua (marzo) e nel mese di maggio.
Quando sono arrivato a villa Immacolata pensavo che queste fiumane di persone fossero soltanto un bell’impegno per la casa. Malignamente qualcuno ritiene solo che sia un buon introito! Bisogna starci dentro per cogliere il fiume di grazia che queste persone sono con la loro età!
Il momento del saluto finale, quando a una a una stringo la mano per il congedo, diventa per me la prova di quanto “Dio” è passato in quelle storie durante il giorno. Non sono persone complimentose che tornano a casa: sono persone che hanno fatto fatica a partire (freddo-neve-pigrizia-indolenza-paure) e che hanno ritrovato nell’esperienza un incoraggiamento a non perdere la speranza. Gli occhi sono i primi a stringere la mano per il saluto. E l’anima conferma il deposito prezioso della parola di grazia che ciascuno ha ospitato. Sono persone ricche di storia, ma ancora capaci di incontrare il Signore. Escono da casa per stare un po’ insieme, tornano nelle loro dimore ricolme di speranza. Vengono con le loro preoccupazioni: tornano con una luce buona per i loro problemi.
Non ci sono magie per una giornata del genere: gli ingredienti sono i soliti. Approfondimento di una tematica della vita cristiana, preghiera personale davanti all’Eucaristia, possibilità della confessione, pranzo, rosario o via Crucis, celebrazione dell’Eucaristia. Ma ciò che vivifica queste giornate è il modo attento di ciascuno di entrarvi con desiderio e con gusto. Ogni momento non è lasciato a sé. In ogni momento – perfino nel pasto – c’è un tempo dilatato di bellezza, di gusto, di attenzione a queste persone che spesso si trovano a vivere nella solitudine. Volentieri utilizzo queste righe per far giungere la mia gratitudine a tutti coloro che in questa esperienza ci credono.
La prima gratitudine va ai laici, responsabili dei singoli gruppi. Ai sacerdoti che si mettono in prima linea per promuovere queste possibilità, ricordando con solerzia l’appuntamento o scrivendolo nel bollettino settimanale per tempo!
La gratitudine va anche ai diversi sacerdoti che in quei giorni si alternano, anche più volte, per ascoltare le confessioni! Senza macchinosità ma con delicatezza. Sono dei veri amici di villa Immacolata ai quali va tutta la mia stima! Ancora il mio grazie è per le suore della casa: sanno accogliere, chiamare e interpellare. Tenere i contatti e ricordare per tempo. Sanno animare la giornata nella proposta e nei diversi tempi. Ogni volta non riusciamo ad avere per tempo il numero esatto delle persone che in quel giorno arrivano per poterci organizzare. Ci troviamo anche davanti a grandi sorprese: devo ringraziare le cuoche che davvero fanno miracoli e i volontari che si trovano a “combattere” allegramente! Ma il grazie finale è per ciascuna di queste persone che ancora torna e magari porta con sé qualche amica o amico che non ha ancora fatto questa semplice ma potente esperienza.
don Federico Giacomin