Fatti

Il vescovo cattolico Hagos e due sacerdoti sono finiti in cella senza alcun motivo. Ancora un caso di libertà violate e di violenza di Stato. Il Paese africano è nelle mani del dittatore da quasi trent'anni. L'Onu ha denunciato le atrocità che avvengono nel silenzio della Comunità internazionale. Le testimonianze del giornalista Emilio Drudi, dell'attività Siid Negash e del missionario Mussie Zerai

Al centro Caritas di Cracovia in via Ossowskiego 5. Oggi è il giorno in cui i volontari distribuiscono i pacchi con viveri e prodotti per l’igiene. In fila, ci sono solo donne con bambini piccoli, anzi piccolissimi. Le notizie che arrivano dall’Ucraina preoccupano. È chiaro che la situazione non migliorerà, almeno nel breve termine e che il tempo di stare fuori dalla propria terra inevitabilmente si allunga. È difficile fare previsioni o dare numeri e statistiche

La crisi migratoria che si registra al confine colombiano-panamense, precisamente nella giungla del Darién, il cosiddetto “Tapón del Darién”, dove transitano quotidianamente migliaia di migranti per attraversare il Centroamerica fino a raggiungere gli Stati Uniti (il Sir ha dedicato al fenomeno un recente approfondimento), suscita l’attenzione e l’allarme della rete ecclesiale continentale Clamor, lo strumento attraverso il quale le Chiese latinoamericane, in raccordo con il Celam, seguono i fenomeni delle migrazioni, degli sfollamenti e della tratta di persone.

Le statistiche restituiscono l’immagine dell'Italia come di un Paese progressivamente spopolato (in particolare al Sud dove si prevede entro il 2031 un calo brusco della popolazione del 5% a fronte dell’1% al Nord) e profondamente invecchiato. Siamo un Paese invecchiato e che di figli ne fa sempre meno. Un popolo che si avvia, a tappe forzate, ad avere meno di 400mila nati all’anno a fronte di oltre 700mila decessi. Con un saldo negativo fra vivi e morti che, come precisano i demografi, fa crescere sempre più il tasso di sostituzione (il rapporto tra numero di figli per donna) necessario per frenare questa emorragia

Lavorare nei cantieri di oltre 5.000 opere di ricostruzione pubblica e in quelli di 2.500 chiese danneggiate dal terremoto 2016. Lo stabilisce il Protocollo d’intesa siglato oggi, nella sede del Ministero della Giustizia, tra il commissario straordinario alla ricostruzione, Giovanni Legnini; la ministra della Giustizia, Marta Cartabia e il presidente della Conferenza episcopale italiana, cardinale Matteo Maria Zuppi, e sarà aperto alle persone detenute di dieci province delle regioni Abruzzo, Lazio, Molise, Marche e Umbria.

L'appuntamento è di fronte a Palazzo Moroni, sede del municipio di Padova, alle 17 per un sit-in. Nel frattempo, alcuni membri della delegazione consegneranno l'apello di Europe for Peace al prefetto Grassi. La manifestazione si inserisce nel quadro degli eventi che vedono coinvolte molte città fino a domenica 23 ottobre, prima della grande manifestazione nazionale del 5 novembre a Roma

Le organizzazioni Alarm Phone, Mediterranea Saving Humans, Medici Senza Frontiere e Sea-Watch denunciano il caso della nave Shimanami Queen, nave con bandiera panamense con a bordo 23 persone. I migranti sono state portati forzatamente in Egitto su istruzione del Centro di coordinamento dei soccorsi di Malta lo scorso 26 settembre. “Palesi violazioni del diritto marittimo e internazionale”

Secondo il sito Important Stories, testata indipendente russa specializzata in giornalismo investigativo, sarebbero 90 mila, tra i morti e i feriti, le persone che fin qui la Russia ha sacrificato per la guerra. E secondo il calcolo che la ong Ovd-Info sta tenendo dal 24 febbraio scorso, sarebbero 19.935 le persone fermate in Russia per iniziative di protesta contro la guerra. La repressione non si ferma, mentre la dissidenza denuncia anche tanti casi di delazione

Richieste «francamente eversive». Si sbilancia la Fondazione Gimbe (Gruppo Italiano per la Medicina Basata sulle Evidenze), nel quinto rapporto sul Servizio sanitario nazionale presentato lo scorso 11 ottobre, sul tema del regionalismo differenziato portato avanti agli albori del 2017 da Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto che avevano avviato un negoziato con il Governo Gentiloni per il riconoscimento dell’autonomia differenziata su alcuni ambiti, tra cui la sanità.