Fatti

Nonostante le numerose tragedie che si registrano ogni anno sulla rotta marittima che porta dalla costa algerina alla Spagna, questa rotta rimane "invisibile". In un rapporto pubblicato all'inizio di febbraio, l'Ong spagnola Caminando Fronteras rivela che nel 2022 almeno 464 persone sono morte in 43 naufragi, rispetto alle 191 del 2021. Con 1.583 morti tra il 2018 e il 2022

“Pioveva, faceva freddo, tutti erano in strada: anziani, bambini, giovani. Siamo rimasti così quattro ore. È stato orribile, angosciante”. Così Suor Seba Al Khouri, giordana, 52 anni, superiora della Comunità delle Suore Maestre di S. Dorotea Figlie dei Sacri Cuori ad Aleppo, torna con la mente ai terribili momenti del 6 febbraio scorso, quando verso le 4 del mattino, ora locale, la terra ha tremato. Fortissimo. Nell'epicentro in Turchia mille volte più forte del terremoto di Amatrice, in Italia (l'ha detto il sismologo Alessandro Amato, dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia), portando morti e devastazione. Abbiamo raggiunto la religiosa al telefono con difficoltà. L’elettricità viene concessa un’ora la mattina. Non c’è acqua, né gas. “Per fortuna possiamo contare su un generatore acquistato qualche anno fa grazie ad alcune donazioni dall'Italia”, spiega la religiosa.

Un nuovo accordo su Brexit, mentre la maggioranza dei britannici, ormai, il 58%, vuole rientrare nella Ue. Le due notizie occupano le prime pagine dei giornali britannici e segnalano novità importanti sul fronte dei rapporti tra Bruxelles e Londra. Un patto concordato tra il premier britannico Rishi Sunak e la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen potrebbe essere annunciato nei prossimi giorni e risolverebbe la questione del protocollo nordirlandese. Il Sir ne ha parlato parlato con il politologo Alan Bairner, docente all’università di Loughborough, nel centro d’Inghilterra.

A quasi due mesi dal decreto emanato dai talebani che vieta alle donne afgane di lavorare per organizzazioni non governative (ONG), molte donne e bambini sono tagliati fuori dagli aiuti salvavita mentre si ritrovano a dover fronteggiare l'inverno più rigido degli ultimi dieci anni e la peggiore crisi di fame mai registrata nel Paese

41 mila morti: è questo il bilancio provvisorio del sisma che il 6 febbraio scorso ha colpito Turchia e Siria. Oltre 35mila solo in Turchia, almeno 6 mila quelli in Siria. Per l'Unicef sarebbero coinvolti sette milioni di bambini. Con il passare dei giorni aumentano i bisogni della popolazione terremotata. In prima fila a portare aiuto c’è la Chiesa locale che ha aperto le porte di chiese e conventi per accogliere chi ha perso tutto. Caritas Siria, con circa 300 operatori, da giorni sta distribuendo materassi, coperte, cibo e acqua ai terremotati di Latakia, Hama e Aleppo. Il Sir ha raccolto la testimonianza del direttore di Caritas Siria, Riad Sargi che dichiara: “siamo pronti a portare aiuto anche ad Idlib, appena le condizioni lo permetteranno”

“La Chiesa è per la pace e incoraggia tutto ciò che si può fare perché la pace ci sia in Moldavia e in Ucraina. Il messaggio di papa Francesco è chiaro ed è il solco sul quale noi camminiamo nella speranza che si arrivi ad una soluzione e anche ad una liberazione del territorio ucraino”. A parlare da Chisinau è mons. Cesare Lo Deserto, vicario generale della diocesi, al termine di una giornata di altissima tensione su tutta la regione. Riguardo poi al “nodo” Transnistria, osserva: “Ci vogliono soluzioni che valgano per tutta la storia. Ormai lo sappiamo: le mezze soluzioni o le soluzioni cosiddette ibride non hanno nessun valore, anzi sono pericolose”