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“Sono ore drammatiche” anche in Libano. “Il punto chiave oggi è l’attacco su Gaza. Se Israele dà inizio alle operazioni di terra, ci saranno ripercussioni sull’intera regione”. Fady Noun, giornalista indipendente di Beirut, descrive così al Sir quanto il Paese sta vivendo in queste ore con il fiato in sospeso quanto sta accadendo nel vicino Israele e Gaza. “Non sappiamo come potrà evolversi la situazione. Tutto dipenderà da un’invasione terrestre su Gaza. Se ciò dovesse accadere, il fronte prenderà completamente fuoco. Tutti i libanesi sperano che ciò non accada”

“La situazione a Gaza è terrificante: macerie ovunque, strade interrotte, non c’è elettricità, non c’è acqua, non c’è cibo...". Comincia così la testimonianza di George Antone, direttore amministrativo di Caritas a Gaza. Antone si trova sfollato nella parrocchia della Sacra Famiglia, l'unica cattolica della Striscia dove insieme ai suoi collaboratori ha organizzato gli aiuti e il servizio alle persone che sono ospitate lì dentro. Un racconto che non tradisce la speranza di questa piccola comunità cristiana

L’organizzazione invita a: assegnare alla Presidenza del Consiglio il compito di predisporre il Piano; predisporlo entro marzo 2024, affinché esso contribuisca alla preparazione del prossimo Documento di Economia e Finanza; coinvolgere la società civile e gli enti territoriali attraverso il Forum per lo sviluppo sostenibile esistente presso il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica

L'intervista a una famiglia italo israeliana che si trova in un rifugio. A raccontare tramite WhatsApp i tragici avvenimenti che da sabato 7 ottobre stanno insanguinando Israele è Miriam, la terzogenita di Diana e Alfredo Sarano, segretario della Comunità ebraica di Milano negli anni della Seconda guerra mondiale e artefice della salvezza di migliaia di ebrei. Miriam, che oggi abita a Ramet Gan, è nata nel 1945 come segno di ringraziamento a Dio per essere sopravvissuti alla Shoah

Nuova telefonata di Papa Francesco, ieri, al parroco di Gaza, padre Gabriel Romanelli. Nella parrocchia latina hanno trovato rifugio oltre 500 fedeli. A loro il Pontefice ha fatto arrivare la sua benedizione, affetto e preghiera. "Viviamo in una gabbia circondati da macerie" dice il parroco. I fedeli hanno scelto di restare in parrocchia e di non evacuare al sud: "questa è la nostra casa, non andremo via. Qui ci sentiamo al sicuro"

Dodici sacerdoti detenuti in Nicaragua sono in viaggio per Roma, in seguito a un accordo tra il Governo di Daniel Ortega e il Vaticano per la loro liberazione e il conseguente espatrio. Tra loro non c’è il vescovo Rolando Álvarez, il quale avrebbe ancora una volta rifiutato l’esilio.

“La storia ci chiama a un’ora di responsabilità. L’aggressione russa all’Ucraina, il barbaro attacco di Hamas contro Israele, la spirale di violenze che si è perseguita, la destabilizzazione che rischia di coinvolgere l’intero Medio Oriente – per restare soltanto nell’area del Mediterraneo allargato – reclamano un’Europa capace di esercitare la propria positiva influenza. Un Continente capace di testimoniare con convinzione i propri valori di pace, di cooperazione, di rispetto dei diritti delle persone e dei popoli”.