Veglia Vocazionale del 3 maggio. Il vescovo Claudio Cipolla: "Non si può parlare di vocazione senza la fede in Gesù"
Lunedì 3 maggio, nel suggestivo contesto della basilica di Santa Giustina in Padova, si è svolta la veglia di preghiera delle vocazioni, organizzata dagli uffici di Pastorale delle vocazioni e Pastorale dei giovani, con la collaborazione del settore giovani dell’Azione cattolica.
L’appuntamento, l’ultimo del ciclo della Scuola di preghiera del Seminario Maggiore, ha visto la presenza di 400 persone (un centinaio di adulti e trecento giovani), dalle 19.30 alle 21.
Il tema della 58a Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni di quest’anno, tratto dal n° 141 di Gaudete et exultate, era: “A due a due” (cf. https://vocazioni.chiesacattolica.it/adueadue/ ). «Dove diventare credenti e discepoli del Signore se non dentro a una comunità cristiana? Dove imparare il sano gareggiare a vicenda (Rm 12,10) sulla via della santità se non nella vita fraterna? È in un contesto di carismi e vocazioni che si stimano a vicenda che possiamo intuire la bellezza di una vita donata per gli altri e per Dio da sposi, consacrati, preti, diaconi, missionari o laici impegnati a tempo pieno per il Regno» ha sottolineato don Silvano Trincanato all’inizio della celebrazione.
Oltre ai canti accompagnati dal coro e dall’orchestra della Scuola di preghiera, alcuni musicisti hanno regalato la loro competenza musicale con alcuni brani che hanno guidato il tempo dell’adorazione eucaristica, insieme al racconto della loro esperienza di vita e di sequela del Signore: don Mattia Francescon, presbitero diocesano; Elena Vial e Agnès Rigaut, Discepole del Vangelo; e due sposi, Chiara Morandin e Davide Zanetti.
La meditazione del vescovo Claudio, dopo l’ascolto del brano evangelico di Giovanni 21,15-19, si è concentrata sulla necessità di stringere, o rinnovare, una relazione personale con il Signore perché «una vocazione di un prete o di consacrato, una vita matrimoniale, ma anche un servizio come catechista o animatore in parrocchia non può sostenersi senza l’incontro di due cuori, il tuo, come quello di Simon Pietro, e quello del Signore Gesù che ti chiama a seguirlo». Anche in linea con le nuove Linee Progettuali che ha elaborato l’ufficio diocesano di Pastorale dei giovani (cf. https://www.giovanipadova.it/progettosimbolo/ ), il Vescovo ha sottolineato che l’obiettivo è che ogni giovane battezzato possa arrivare a dire davanti alla propria comunità: «Sì, io credo, ci sto, mi comprometto con il Signore».
E ancora don Claudio: «È possibile parlare di vocazione a seguire Gesù senza avere fede in lui? Ecco, non penso che sia possibile parlare di vocazione a nessun ministero nella Chiesa, a nessun ministero o mandato o missione a nome della Chiesa nel mondo senza questa relazione profonda, maturata nel tempo, che attraversa successi e insuccessi, come Pietro ci dimostra. Ecco perché sono grato a tutti i giovani che hanno contribuito al risultato del nostro Sinodo dei Giovani, per il percorso che si sta determinando di accompagnare ciascuno, ogni giovane, a sapersi dichiarare per Gesù, pubblicamente. A dire alla propria comunità: “Io credo in Gesù”. Con le nostre debolezze, con le proprie sofferenze. E proporci come comunità di adulti, credibili, per accompagnare un giovane a dire: “Io voglio bene a Gesù, io credo in Gesù”. Penso che sia un grande percorso che può permetterci di scoprire anche cosa il Signore ci chiede, la nostra vocazione personale. Questo è un impegno che ci dobbiamo assumere come comunità. Un giorno spero che si possa vivere insieme questo momento fondamentale, quello in cui da grandi – non simulando responsabilità e libertà che a quindici anni non si hanno –, che a venti, venticinque, trent’anni, si possa dire: “Io credo, io accetto l’invito del Signore che mi dice: Seguimi”. Questo è il passo da compiere e che mi piacerebbe che lo prendessimo come proposito in questa occasione: arrivare tutti quanti a dichiararci personalmente ufficialmente davanti alle nostre comunità cristiane, a dichiararci per Gesù, iniziando un legame profondo con lui, dentro il quale lui ci dirà: “Seguimi”».
Scrive una giovane che ha partecipato: «La veglia di stasera è stata bellissima, forse una delle più belle a cui ho partecipato! Ricca di riflessioni e testimonianze dense di significato, tutte legate all'ambito musicale che sento particolarmente mio. Mi è piaciuto molto che abbiano accompagnato le loro parole prima e dopo con dei brani musicali che rispecchiavano la loro vocazione. È stato davvero da brividi, mi sono emozionata più volte Poi la cornice imponente di Santa Giustina, i canti proposti dal coro della Scuola di preghiera (uno più bello dell'altro), le tante persone... insomma per chi viene da una piccola parrocchia di campagna come me queste occasioni sono sempre uniche, accrescono la fede e la nutrono facendomi sentire parte di un grande progetto, di una Chiesa universale, di una comunità di fedeli forte che c'è, si fa sentire e mi accompagna. È stata davvero una serata meravigliosa, che mi ha ricaricata dopo tanti mesi vissuti a distanza e ha acceso il desiderio di continuare nel mio cammino di crescita personale e spirituale».