Cura e assistenza in RSA dono, valore, diritto. Sabato 9 novembre convegno di AltaVita-Ira a Selvazzano
“RSA senza dolore, cura e assistenza come dono, valore e diritto”: è il tema del convegno in programma sabato 9 novembre (dalle 9.30 alle 12.30) nella sala polivalente “Piero Realdon” del Centro Servizi “Bolis” a Selvazzano Dentro.
L’appuntamento è proposto da AltaVita-Ira e dal Comitato Etico dello stesso ente, presieduto da Mons. Renzo Pegoraro. Dopo i saluti di rito del presidente di AltaVita-Ira, Stefano Bellon e delle autorità, il convegno si aprirà con la relazione di Francesca Marin , esperta in filosofia e medicina, su “Prendersi cura della persona nelle Rsa, considerazioni etiche”; a seguire gli interventi di Paolo Forzan, medico palliativista e di Roberto Ramon, geriatra di AltaVita, su “Palliazione in RSA, dialogo fra medico di reparto e medico palliativista, luci e ombre”. Nella seconda parte del convegno, dalle 11.15, sono previsti tre contributi. Chiara Bigolaro, psicologa di AltaVita-Ira, parlerà della “Declinazione del dolore nell’invecchiamento”; Meri Paccagnella, infermiere coordinatore di AltaVita-Ira, affronterà il tema dell’”Approccio infermieristico in una assistenza in evoluzione”; infine, Loretta Rainato, rappresentante AVO nel comitato etico di AltaVita-Ira, interverrà su “Il volontariato nella relazione di cura”. Il convegno sarà presieduto da Mons. Renzo Pegoraro mentre il coordinamento è affidato a Raffaella Buggio, referente del Centro Servizi “Bolis”. Sono previsti anche due spazi per le domande del pubblico in sala. Avere una “RSA senza dolore” è l’obiettivo prioritario di AltaVita-Ira voluto dal presidente Stefano Bellon fin dal suo insediamento e con l’unanime volontà del Consiglio di Amministrazione. Quindi in accordo con la Direzione Generale sono state gettate le basi organizzative per debellare ogni tipo di dolore, compreso quello psicologico, il più difficile da affrontare e sconfiggere. I contributi che si succederanno nel corso del convegno, pertanto, intendono spiegare come la particolare attenzione da dedicare alla lettura e alla diagnosi del dolore, in ogni sua sfaccettatura, si traduca poi in una cura non solo di tipo farmacologico, ma soprattutto in una vera e propria cura della relazione ed emozionale con la persona fragile.