Valstagna-Fonzaso. Giovani in cammino sulla Francigena per crescere insieme
Valstagna-Fonzaso. Quindici ragazzi di quarta e quinta superiore trascorrono una settimana sulla via Francigena tra San Miniato e Siena accompagnati da quattro animatori, don Alberto Sonda e due cuochi. La fatica, il creato e la Parola li aiuteranno a gettare le basi per il loro futuro
Sulla via Francigena per parlare di fatica, fede e stupore. Quindici ragazzi di quarta e quinta superiore del vicariato di Valstagna-Fonzaso sono partiti lunedì 5 agosto per percorrere il tratto da San Miniato a Siena da dove poi ripartiranno domenica 11 per far ritorno a casa. Con loro quattro animatori, don Alberto Sonda (educatore ed animatore vocazionale al seminario minore) e due cuochi. «Il cammino – spiega don Alberto, che ha conosciuto alcuni ragazzi del gruppo in un percorso della pastorale vocazionale – vuol dire mettersi alla prova con la fatica. Non solo, durante il percorso ci saranno dei momenti per riflettere, lanceremo delle provocazioni sulla quotidianità, la parola di Dio, la fede. Una volta tornati a casa, tutto questo dovrà poi essere rielaborato e diventare concretezza».
I ragazzi che hanno aderito all’iniziativa provengono da quattro gruppi giovanissimi della parrocchia di Valstagna e delle unità pastorali del vicariato. Durante l’anno vivono insieme alcuni momenti forti, come l’Avvento e la Quaresima, e per conoscersi meglio si sono incontrati due volte in luglio. «C’è molto entusiasmo per questa proposta – racconta Alberto Segafredo, uno degli animatori – alcuni di loro si sono anche preparati fisicamente andando a camminare in montagna. Durante il cammino abbiamo previsto alcune tappe in luoghi che ci aiutano a riflettere su alcuni argomenti, grazie a testimonianze significative. A ogni giornata abbiamo assegnato un tema: il primo argomento, quello del primo giorno, è la “partenza”, vista sotto più angolazioni. Durante il tragitto abbiamo anche organizzato una serie di attività, anche se quella principale è stare insieme, condividere il cammino, le difficoltà, l’amicizia, l’aiuto reciproco».
Il tratto di strada più lungo, il secondo giorno, è stato occasione per parlare di fatica, di come la affrontiamo e di che reazioni mette in moto. Poi le testimonianze a San Miniato nel convento gestito da Nuovi Orizzonti e in un monastero della comunità di Bose, arricchiscono l’esperienza e lasciano un ulteriore segno ai ragazzi. La tappa finale, Siena, è occasione per parlare dello stupore e della meraviglia. Durante il cammino c'è spazio anche per la preghiera, con la messa e le lodi. «Spero di divertirmi – diceva il giorno della partenza Francesco, classe 2001, di Trento, ma aggregatosi grazie a un compagno di scuola – di conoscere il gruppo, vivere un'esperienza diversa e nuova». «E anche riflettere su me stessa – aggiungeva Cecilia, 17 anni – Non ho paura della fatica, camminare mi aiuterà a soffermarmi su me stessa».
«La forza di questa proposta – conclude don Alberto – sta nel vedere la dedizione degli animatori. Sono i primi a sentire la responsabilità di un annuncio di fede e di cammino e sentono la responsabilità di essere animatori. Questo è sicuramente stimolo per i ragazzi per chiedersi cosa fare una volta tornati a casa, in quale servizio potersi impegnare».