Un Seminario sostenibile. Si è ridotto il debito bancario, ora è possibile programmare il futuro
Il debito bancario si è molto ridotto grazie alle cessioni del Park des Dolomites di Borca di Cadore e delle scuole dell’ex Seminario minore di Rubano. Oggi è possibile programmare il futuro dell’edificio storico di Padova e della formazione dei nuovi presbiteri
L’anno formativo del Seminario di Padova volge al termine. Dopo le ordinazioni di domenica 19 maggio che hanno visto tutta la Diocesi stringersi attorno a don Luca Susana e don Damiano Terzo, preti novelli, e dopo la festa del clero padovano del 18 giugno, nella giornata in cui la Chiesa ricorda san Gregorio Barbarigo – per cui il Seminario era il cor cordis («il cuore del cuore») – si torna a parlare della situazione dell’ente con personalità giuridica e dell’edificio che da secoli ne ospita l’attività principale: la formazione dei nuovi presbiteri per la Chiesa particolare che è in Padova.
Un cammino lungo due anni
Il 20 marzo 2022 La Difesa titolava in prima, a proposito del Seminario, «Una nuova pagina di storia». Il servizio all’interno faceva riferimento all’impegnativo discernimento avviato a livello diocesano nelle settimane precedenti dopo la proposta dell’Esu – l’azienda regionale per il diritto allo studio – di prendere in comodato d’uso gratuito il grande edificio di via del Seminario 29 per trent’anni, ristrutturandolo per farne una residenza universitaria. Dopo aver declinato quella proposta, la Diocesi si era impegnata ad avviare in un cammino di riflessione sul futuro del Seminario, sia come immobile sia come istituto formativo, alla luce delle esigenze attuali della comunità dei seminaristi e dei docenti della Facoltà teologica che lo abitano, nel mutato contesto sociale e culturale. In quei mesi, per la prima volta, si era anche discusso pubblicamente dello stato dell’edificio – su cui avevano impresso la loro visione di Seminario tanto il Barbarigo quanto il vescovo Luigi Pellizzo – e della situazione economica dell’Ente. Era quindi emerso, come riportato anche nel Rapporto annuale 2022 della Diocesi di Padova, che alla fine di quell’anno si presentava una situazione debitoria molto ingente, che rasentava i 15 milioni di euro di cui circa 9 milioni di debiti bancari. Dopo l’adozione dello Statuto dell’ente Seminario, il rettore aveva chiesto al vescovo di nominare un amministratore straordinario a cui affidare il compito precipuo di affrontare la situazione debitoria dell’ente. Così il 1° marzo 2023 è stato nominato Giovanni Bottecchia, dottore commercialista esperto di situazioni di crisi aziendali e membro del Consiglio per la gestione economica della Diocesi. «In questo anno e mezzo di lavoro siamo riusciti ad abbattere il debito bancario di oltre un terzo del suo valore al 31 dicembre 2022. Gli oltre nove milioni di allora oggi sono meno di sei milioni di euro, principalmente grazie a due operazioni di vendita di due importanti cespiti immobiliari del Seminario: il 30 aprile scorso c’è stato il rogito per la cessione al Comune di Rubano dell’edificio che ospitava le ex scuole medie del Seminario Minore e il 29 maggio si è perfezionata la vendita del Park hotel des Dolomites, l’ex Dolomiti Pio X di Borca di Cadore. Si tratta di operazioni fondamentali perché la situazione debitoria era tale per cui ogni possibilità di programmazione o decisione operativa a livello immobiliare o finanziario era completamente bloccata di fronte a un indebitamento così ampio, i cui oneri finanziari finivano per assorbire gran parte delle entrate dell’ente». Accanto a questo, gli altri due obiettivi che il vescovo Claudio ha assegnato all’amministratore straordinario sono stati l’attenzione alle spese, in un’ottica di essenzialità, e una revisione della gestione del patrimonio immobiliare, allo scopo di generare risorse per la missione formativa del Seminario. «Le operazioni da poco concluse in realtà erano state avviate da tempo – precisa Bottecchia – e sono state condotte in accordo con il rettore, don Raffaele Gobbi, e l’economo del Seminario, sostenute dal costante supporto degli uffici diocesani, in particolare il servizio beni culturali e il servizio legale, del vicario episcopale per i beni temporali e dell’economa diocesana. Tuttavia si tratta solo di un primo passaggio, ora il cammino continua verso una situazione di maggior sostenibilità».
La vendita di Borca e Rubano
Il Park des Dolomites di Borca di Cadore è uscito quindi dalla disponibilità del Seminario, anche se a norma di legge si deve attendere il decorso di 60 giorni dal rogito, entro i quali la Soprintendenza o altri enti pubblici potrebbero esercitare la prelazione sull’acquisto, trattandosi di bene sottoposto a vincolo culturale. Come già anticipato dalla stampa locale nei giorni scorsi, l’acquirente dell’edificio storico, che oggi conta 59 camere e un parco di 90 mila metri quadrati, è la società Amg, facente capo a Gianni Menegazzo, titolare di Alicom srl, che gestisce attività commerciali e investimenti nel settore immobiliare tra la Marca Trevigiana e il litorale veneto. Con la vendita dell’immobile per un corrispettivo di circa 2 milioni di euro a favore del Seminario, è stata ceduta anche la partecipazione della Diocesi e del Seminario in Hub srl, società che fino a due anni fa ha gestito l’attività alberghiera, per un valore di circa 2,3 milioni di euro, comprensivo del residuo mutuo acceso nel 2011 per la ristrutturazione dell’hotel. L’attività alberghiera continuerà ora a essere gestita da Th Resort cui già era stato affidato il compito di sviluppare ulteriormente la struttura. Le ex scuole dell’ex Seminario Minore sono state invece cedute al Comune di Rubano per circa 1,2 milioni di euro.
Lo sguardo al futuro
«Separarsi da beni che hanno una lunga e significativa storia è sempre complesso – riflette il rettore del Seminario di Padova, don Raffaele Gobbi – Borca è uno di questi, basti ricordare che era stato acquistato dal vescovo Girolamo Bortignon tra il 1959 e il 1960 proprio per la formazione estiva dei seminaristi. Occorre tuttavia ricordare che questo tipo di utilizzo si è molto ridotto nel tempo: con il rettore Panizzolo i giovani vi risiedevano alcuni giorni prima dell’inizio dell’anno formativo, mentre i ragazzi del Minore vivevano qualche esperienza estiva nelle ex scuole. All’interno del Seminario e non solo si discuteva da tempo dell’alienazione di questo bene». Sul fronte del risanamento del debito, il rettore manifesta la sua soddisfazione: «È il frutto di un lavoro plurale svolto dell’amministratore straordinario Bottecchia in sinergia con gli Uffici diocesani. Significativo è stato anche il lavoro di don Davide Zaffin che ora lascia il Seminario per diventare parroco. Oggi possiamo dire di trovarci in una situazione promettente, il cammino è impostato verso la sostenibilità e possiamo guardare al futuro con maggiore serenità, anche grazie a queste cessioni importanti». Un futuro che ancora non ha un volto definito poiché ci sono almeno due questioni da affrontare. La prima riguarda l’edificio storico del Seminario, con i tesori che custodisce (si pensi alla Biblioteca antica, al Gabinetto di Fisica, alla Tipografia da recuperare e alla Chiesa di Santa Maria in Vanzo) su cui sono in atto importanti riflessioni. L’altra concerne la stessa offerta formativa del Seminario, su cui anche altre Diocesi si interrogano, vagliando tutte le strade possibili, compresa quella di un ente interdiocesano, come da tempo avviene in altre regioni ecclesiastiche.
Il futuro di Borca. Ricchezza per tutta la valle
Il futuro del Park hotel des Dolomites quindi è scritto. Sarà un hotel con una novantina di camere (alle attuali 59 se ne aggiungeranno altre 28), avrà la sua zona benessere e un’area per sport come padel, tennis e calcetto al posto dell’attuale campo da calcio. Nelle ex scuole, troveranno posto gli alloggi per lo staff (e famiglie) che a regime sarà composto da una cinquantina di persone. La gestione, come già negli ultimi due anni, sarà in capo alla padovana Th Resort, con sede in via Forcellini, il cui presidente è Graziano Debellini. «Siamo molto soddisfatti dell’operazione – commenta Debellini – infatti rappresenta un unicum nel panorama dolomitico grazie al suo enorme parco che permette di vivere al cento per cento un’esperienza di viaggio in natura». Il gruppo Th Resort è il primo in Italia per l’ospitalità in montagna, ed è presente a Sestriere, Courmayeur, La Thuile e Pila, come pure a Marilleva, Madonna di Campiglio, San Martino di Castrozza e Corvara. Le strutture gestite in totale sono 31, 4 le business unit, 10.800 tra addetti e collaboratori per oltre 6.300 camere. Solo nel quartier generale di Padova gli impiegati sono 140. «Se tutto andrà per il verso giusto, a fine estate presenteremo il progetto di ammodernamento della struttura, per realizzare il quale saranno necessari altri 5 milioni di euro, garantiti dal nuovo proprietario. Non vogliamo perdere tempo dal momento che a inizio 2026 ci saranno le Olimpiadi Invernali, anche se sappiamo che le scadenze sono molto ravvicinate. Con questa operazione siamo convinti di portare ricchezza in tutta quella valle, stupenda dal punto di vista paesaggistico, ma in crisi da quello turistico ed economico. Sappiamo che dovremo puntare sull’estate perché gli impianti sciistici di San Vito offrono una ventina di chilometri di piste, ottimi per i bambini che imparano, troppo pochi per gli sciatori esperti. Tuttavia sogniamo una stagione che vada dal primo maggio al primo novembre e che attiri molta clientela straniera, che magari arrivi a Borca dal vicino Alto Adige, anche grazie alla vicinanza con Cortina». Debellini è consapevole delle potenzialità del luogo: «Questa struttura è nata un secolo fa come hotel di lusso, vorremmo far rivivere ai viaggiatori di oggi ciò che assaporavano Marconi e D’Annunzio quando venivano in vacanza qui. Vogliamo preservare la storicità di questo luogo, grazie alla nostra esperienza partita nel 1977 e alla collaborazione con l’Università Ca’ Foscari e Cassa Depositi e Prestiti, con cui abbiamo dato vita alla Scuola italiana di Ospitalità». Debellini conclude con un grazie al Seminario e alla Diocesi per la fiducia dimostrata a Th, per la lungimiranza nell’affrontare una tale operazione e la competenza dimostrata da coloro che l’hanno accompagnata.
La storia di una perla nella natura dolomitica
La struttura di Borca nasce nei primi del Novecento per iniziativa della Compagnia Grandi Alberghi, che voleva offrire un rifugio di lusso a un turismo nobile e altolocato in alternativa ai grandi hotel di Cortina d’Ampezzo, che al tempo si trovava ancora entro i confini dell’Impero Austro-Ungarico. È in quel periodo che, tra gli altri, saranno ospiti il principe Umberto di Savoia, Gabriele D’Annunzio con Eleonora Duse. Nella prima guerra mondiale diventa ospedale, poi torna a essere albergo di lusso, finché lo acquisisce il regime fascista per la preparazione sportiva della Gioventù del littorio. Alla fine del secondo conflitto mondiale, la gestione passa alla Diocesi di Belluno che ha per vescovo Girolamo Bortignon, il quale, giunto a Padova, lo acquista per il Seminario nominandolo Dolomiti Pio X. Qui negli anni Duemila si sono anche tenute le settimane formative per il clero.