Settimana della comunità. Nelle parrocchie padovane dopo il 26 febbraio
Dal 26 febbraio, Mercoledì delle Ceneri, torna nelle parrocchie della Diocesi di Padova l'iniziativa che mette al centro l'incontro con Gesù e le relazioni
La settimana della comunità è ormai entrata nella vita ordinaria di tante comunità cristiane della Diocesi di Padova. Lanciato per la prima volta quattro anni fa, l’appuntamento ritorna anche all’inizio della Quaresima 2020, e in particolare dal 26 febbraio, Mercoledì delle Ceneri, al 3 marzo.
Ancora una volta, la Settimana non vuole essere l’occasione per organizzare grandi eventi o iniziative straordinarie. Al contrario, si pone come un tempo specifico per fermarsi accanto a Gesù e rimettere al centro il Vangelo. Sette giorni all’inizio del tempo forte che conduce alla Pasqua, in cui allenarci a fare rotta su ciò che davvero è essenziale per l’esperienza quotidiana di ogni parrocchia.
«In effetti osserviamo come la proposta sia entrata nel vissuto ordinario di molte comunità – commenta don Leopoldo Voltan, vicario episcopale per la pastorale della Diocesi di Padova – Senza clamori, molte parrocchie scelgono di vivere la Settimana nelle modalità che ritengono più opportune, e in effetti si tratta di una formula molto duttile».
Non ci sono attività prestabilite o paletti fissi da rispettare: «Il desiderio è che nelle comunità, più che aggiungere, semmai durante la Settimana si scelga di togliere qualche appuntamento della ricca vita parrocchiale – continua don Leopoldo – proprio per favorire momenti distesi di preghiera e di ricerca dell’incontro con Gesù e per promuovere le relazioni tra le persone, gli operatori pastorali ma non solo, nelle modalità che la creatività di ogni parrocchia potrà suggerire».
L’attenzione nuova per la Settimana della comunità (che naturalmente si integra con la Quaresima di fraternità proposta da Centro missionario diocesano) è la proposta di valorizzare le quattro schede Nella gioia del battesimo che caratterizzano l’anno pastorale in corso, in particolare la celebrazione dell’Eucaristia come tracciato nella seconda delle quattro. Una messa senza aggiunte particolari rispetto a quanto già previsto dalla liturgia, solo con l’attenzione di invitare tutti gli operatori pastorali e sottolineando come il cammino in corso di recupero del senso del Battesimo non riguarda solo la singola persona, o un gruppo particolare, ma rimanda a un’appartenenza più ampia alla comunità parrocchiale, alla Chiesa e anche al territorio in cui si vive. E a seguire un momento di convivialità.
Che cosa non dovrebbe mancare? L’apertura prolungata della chiesa parrocchiale durante la Settimana (per esempio il pomeriggio e la sera) per permettere a chi lo desidera di trascorrere un tempo prolungato di silenzio e riflessione e anche di confessarsi. E poi un momento di festa, magari a pranzo della domenica dopo la messa, oppure una semplice cena.
Lo stile con cui vivere la settimana è quello della libertà e della gratuità: nulla di pressante o invasivo, nessun risultato specifico da raggiungere in termini numerici. Le attività ordinarie (iniziazione cristiana, Acr, scout) potrebbero accogliere gli stimoli principali dell’incontro con Cristo e dell’appartenenza alla comunità, mentre tutti gli altri membri della comunità (giovani, adulti, operatori pastorali, ma anche realtà come quelle sportive e altre in relazione con la parrocchia) potrebbero essere raggiunti dalla proposta. Come concretizzarla? Il Vangelo parla molti linguaggi: a partire dalla Parola stessa, si potrebbe leggere in forma continuativa o parziale il Vangelo di Matteo; c’è poi la preghiera in famiglia, magari prima dei pasti; un film o una lettura animata; per i giovani, la settimana di fraternità.