Piove di Sacco. Un patronato diffuso che coinvolge tutte le parrocchie dell'unità pastorale
Piove di Sacco Nel 2021 è iniziato un itinerario per ripensare l’idea di patronato che ha coinvolto tutte le parrocchie dell’unità pastorale. Il riferimento sono le persone e le comunità, più che i singoli ambienti
In continuo rinnovamento, in rete e “diffuso”: sono le caratteristiche che contraddistinguono il centro parrocchiale dell’unità pastorale di Piove di Sacco, dove i tanti spazi e patronati presenti nelle rispettive parrocchie – il Duomo-San Martino, Sant’Anna, Madonna delle Grazie, Santa Maria Assunta di Piovega, San Paterniano di Tognana, Corte e Arzerello – hanno l’ambizione di camminare insieme e convergere in un unico, grande, progetto educativo e comunitario. La presenza più storica in città è quella del Duomo dove da quasi sei anni è presente come parroco don Massimo Draghi. «Il patronato del Duomo, nel corso degli anni, è sempre stato in movimento, in trasformazione, con precisi progetti e obiettivi, per cercare di rispondere alle esigenze nuove che man mano si presentavano nel territorio – riflette – Quando sono arrivato ho trovato un gruppo di giovani e adulti impegnati in un “cantiere delle idee” per ri-pensare a modi nuovi di vivere il centro parrocchiale e rispondere ad alcune problematicità emerse. Il tempo della pandemia, poi, ha fermato tutto ma ci ha dato anche l’occasione per mettere in campo un “laboratorio” che coinvolgesse tutta la comunità cristiana». Ed è così che responsabili e volontari impegnati nel processo di rinnovamento dei centri parrocchiali decidono di farlo coinvolgendo, non solo la singola parrocchia del Duomo, ma tutte quelle dell’unità pastorale. «Nel 2021 abbiamo iniziato un itinerario di ripensamento sull’idea di patronato – prosegue don Draghi – facendoci aiutare da persone competenti e dicendoci che avremmo intrapreso questo “viaggio” per tre motivazioni specifiche: perché ci stava a cuore il Vangelo, ci stava a cuore la storia di questi luoghi e ci stavano a cuore ancor più le persone. Abbiamo pensato poi ad alcune parole che ci aiutassero nella riflessione, che fossero generatrici, e ci permettessero di contraddistinguere gli elementi fondamentali di questo nostro patronato; ne sono emerse cinque: accogliente, per i giovani/con i giovani, aperto, intergenerazionale, inclusivo». Il gruppo di “innovatori” lavora per due anni attorno a queste parole e si rende conto che la prima cosa necessaria da fare è cambiare la mentalità e svecchiare l’idea di patronato che in molti avevano. Per questo viene coinvolta anche la comunità, chiedendo quale visione di centro parrocchiale avesse, come farlo fiorire, come sognarlo; ed è in questo processo che si innesta anche il supporto dell’ufficio diocesano di Pastorale dei giovani con i “tavoli” di riflessione e le giornate formative che hanno coinvolto, insieme a Piove di Sacco, altri grandi patronati. Il lungo cammino ha dato vita oggi a iniziative che provano a dare visibilità e concretezza alle cinque parole su cui l’unità pastorale di Piove di Sacco si è mossa. I centri parrocchiali cercano quindi di procedere in rete, programmando iniziative che convergano, senza sovrapporsi, e valorizzando le peculiarità e capacità organizzative delle singole realtà parrocchiali, che continuano comunque a mantenere i propri spazi fisici. «Ci piace definirlo un “patronato diffuso” in quanto non ragiona e non si concentra solo sugli ambienti, ma laddove ci sono le persone fisiche, le comunità – precisa don Massimo Draghi – In Duomo, nello specifico, questo percorso ha messo in movimento varie iniziative, cogliendo anche le opportunità che arrivano dal territorio. Nel 2023 abbiamo ospitato negli spazi del centro parrocchiale quattro aule di liceo, per alcuni lavori nella struttura originaria dell’istituto. È stata una bella risposta di apertura verso la città e un’esperienza di integrazione con la realtà della cooperativa Magnolia e delle persone con disabilità, oltre che con i volontari del servizio bar. Si è messo poi in movimento un gruppo di giovani che ha dato vita a una sala della musica e all’iniziativa serale “Patrorock”. Per quanto riguarda l’aspetto sportivo, pur non essendo presenti in parrocchia realtà sportive, vengono realizzati tornei estivi di calcetto sfruttando le piastre da gioco e il parco». Sono state collocate all’interno del patronato, inoltre, anche alcune realtà come il Centro di ascolto vicariale della Caritas e vengono messe in atto iniziative specifiche con l’amministrazione comunale. «Tutt’oggi – conclude il parroco del Duomo – il centro parrocchiale è in divenire, la strada è tutta da percorrere. L’auspicio è che i nostri patronati utilizzino sempre più un “linguaggio” di avvicinamento per chi, pur non frequentando abitualmente la parrocchia, è sensibile e disponibile alla condivisione, all’inclusione, e possa trovare nel patronato il volto dell’accoglienza e della missionarietà».
Patronati dell’up gestiti con stile sinodale
I patronati dell’unità pastorale di Piove di Sacco vedono la presenza e la gestione dei circoli Noi – con il parroco presidente e un vicepresidente laico – che sono impegnati ad “animare” le diverse realtà. È presente inoltre un coordinamento tra i patronati con alcuni referenti che utilizzano calendari condivisi, si scambiano informazioni e notizie relative alle iniziative, organizzano insieme momenti di incontro e riflessione, così da operare in rete. Un percorso sinodale che qui si fa già concreto.