In missione con tutta la famiglia: la storia di chi è tornato
L'esperienza delle famiglie Fanton e Bano, rientrate da poco dal Kenya e dall'Ecuador. Iniziato il mese missionario. Alla Veglia dell'invio l'abbraccio ai rientrati, tra cui le piccole Camilla e Beatrice nate mentre le loro famiglie erano in missione.
Ottobre, il mese missionario, è già entrato nel vivo e grazie allo slogan scelto per il 2018 – “Giovani per il Vangelo” – si connette idealmente al Sinodo dei vescovi che si è aperto giovedì 3 in Vaticano. In Diocesi di Padova, l’appuntamento più atteso è la Veglia dell’invio, quest’anno in programma per le 21 di venerdì 12 ottobre in Cattedrale. Missionari laici e consacrati riceveranno il crocifisso dalle mani del vescovo Claudio, che in questo modo li invia a nome della Chiesa di Padova e a servizio del Vangelo in tutti i continenti, in ogni contesto sociale, politico ed economico.
Come ogni anno, tuttavia, l’apertura della veglia è riservata a chi è rientrato dopo un periodo trascorso all’estero. E quest’anno ci sono due “rientrate” a cui la nostra Chiesa riserverà un abbraccio speciale. Si tratta di Camilla Fanton e Beatrice Bano: Camilla è nata a maggio, appena i genitori Fabio e Ilaria e i fratellini Tommaso ed Edoardo erano rientrati dopo tre anni e mezzo trascorsi a Nyahururu, in Kenya; Beatrice è venuta alla luce in Ecuador 13 mesi fa, giusto a metà della missione di mamma Silvia, papà Massimo e dei fratelli Giulio e Samuele.
Due famiglie che oggi hanno ripreso il loro cammino con la missione nel cuore. «Il rientro in Italia è stato un cambiamento totale per noi – racconta Ilaria Buson – Una nuova città, Thiene; un nuovo lavoro per Fabio; scuole e amici tutti da scoprire per i nostri figli. Ma tutto sta andando per il meglio. L’arrivo di Camilla ci ha riportati subito con i piedi per terra, senza abbandonarci troppo alla nostalgia del Saint Martin». Proprio Tommaso ed Edoardo sono anzi un volano di relazioni per i loro genitori: «una grazia», sottolinea Ilaria, che con Fabio si sta inserendo nella parrocchia della Conca, dove Camilla riceverà il battesimo il 21 ottobre, non a caso Giornata missionaria mondiale.
Del Kenya rimane l’importanza della relazione, in famiglia – dove è necessario ricavare del tempo di qualità per i figli – e non solo. «Vivere senza essere dipendenti dall’orologio è possibile – sottolinea Ilaria –E l’esperienza che i nostri figli hanno vissuto con i disabili dell’Arche, a Nyahururu, sta dando i suoi frutti oggi che a scuola e all’asilo entrambi hanno dei compagni con disabilità».
Adesso c’è un bagaglio prezioso, anche in termini ecclesiali, da investire in diocesi. Una Chiesa che per Ilaria e Fabio ha le sembianze di un unico grande popolo che cammina insieme, verso un’unica meta. Come rimettersi a servizio è oggi oggetto di discernimento. Per questo Fabio e Ilaria stanno frequentando “Missio km zero” al Cum di Verona, rivolto ai rientrati che intendono mettersi in gioco.
Far tesoro di quanto vissuto per metterlo in pratica nella loro Fiesso d’Artico è anche l’obiettivo di Massimo e Silvia Bano, rientrati due mesi e mezzo fa e già al lavoro dal 1° settembre. «Abbiamo ripreso tutte le nostre attività, anche quelle ecclesiali – racconta Silvia – ma la nostalgia degli amici in Ecuador è fortissima. Abbiamo salutato tutti con un hasta luego, ma sappiamo che con molti è stato un adios, anche se già sogniamo di tornare».
La nascita di Beatrice a Guayaquil ha segnato fortemente il percorso missionario di Silvia. «La gravidanza, desiderata e inattesa, è arrivata appena dopo due mesi dal nostro arrivo. La Provvidenza non ha tardato: le signore ecuatoriane ci hanno donato tutto il necessario. Con qualcuna abbiamo condiviso emozioni profondissime».
Massimo e Silvia cercano ora un padre spirituale, per ricevere nuovi stimoli nel cammino di fede, e intanto sostengono i figli nel rientro. Giulio e Samuele, 7 e 9 anni, si stanno rimettendo in pari con i programmi scolastici; serve un po’ di impegno extra. «Ma più avanti comprenderanno la grazia che è stata la missione per tutti noi».