Cittadella. Si inaugurano il 1° luglio i restauri alla chiesetta del Santissimo Salvatore, nota anche come Ca’ Nave
Contiene opere di Le Court e del Dorigny. Donato anni fa al Comune, l’oratorio è annesso alla grande residenza seicentesca dei Nave e contiene opere di artisti stranieri operanti in quegli anni nel territorio della Serenissima
Cittadella aggiunge un altro pezzo importante alla sua offerta artistica e culturale, già valorizzata dal circuito delle mura medievali. Il 1° luglio si inaugurano infatti i lavori alla chiesetta del Santissimo Salvatore, nota anche come di Ca’ Nave, posta fuori dalle mura della città in direzione di Padova. L’oratorio è annesso alla grande residenza dei Nave, famiglia di origine bergamasca che nel Seicento restaurò la dimora alle porte di Cittadella, dotandola anche di una cappella-mausoleo, edificata nel 1689 e intitolata al Salvatore. Il progettista dell’opera non è noto, ma di recente è stato fatto il nome di Antonio Gaspari, allievo e collaboratore di Baldassare Longhena.
Se è pregevole l’esterno, di ispirazione palladiana con lesene in marmo veronese e frontone a timpano triangolare, di grande impatto è la decorazione interna, che ne fa uno dei siti monumentali più preziosi di Cittadella dopo le mura.
Sulle pareti spiccano infatti gli affreschi con elementi architettonici del celebre pittore francese Louis Dorigny (1654 – 1742), che nel territorio padovano lavorò anche a palazzo Cavalli di Padova, inaugurato anch’esso dopo i restauri proprio in questi giorni. Stupendi sono poi i busti degli Apostoli in marmi di Carrara attribuiti allo scultore fiammingo Juste Le Court (1627-79). Sul soffitto svetta il dipinto del Padre eterno con lo Spirito Santo e angeli, mentre è conservata anche una bella statua del Cristo Salvatore. Due campaniletti posti sul retro della chiesetta danno all’insieme un aspetto molto scenografico.
Il Comune aveva ricevuto in donazione l’oratorio dalla famiglia dei conti Compostella di Sanguineto, ultimi proprietari, negli primi anni Duemila. L’attuale restauro ha riguardato tanto l’immobile quanto le opere d’arte, per un importo di 384 mila euro. Alcuni contributi hanno permesso l’esecuzione di specifici lavori: in particolare quello della Regione di 11.280 euro era finalizzato al restauro dei busti del Le Court, mentre 100 mila euro stanziati dalla Cariparo erano indirizzati al restauro degli affreschi del Dorigny. A questi si è aggiunto poi un contributo del Lions Club di 10 mila euro a favore della nuova illuminazione interna. È stata restaurata anche la scala a chiocciola in pietra d’accesso ai campaniletti.
Una lunga storia di successioni
Nell’area esisteva un ospizio dedicato a San Lazzaro. Dopo Ca’ Nave appartenne ai Querini, ai Correr e ai Dolfin, e da ultimo ai Compostella di Sanguineto che donarono l’oratorio al Comune.