Catechesi. Lavorare in équipe: irrinunciabile
Lavorare insieme, nell’iniziazione cristiana (ma non solo), chiede alcune attenzioni: chiarire l’obiettivo, scegliere un metodo, definire i tempi, darsi delle regole... È una scelta che mette in modo numerose risorse: collaborazione e confronto tra generazioni, creatività nelle proposte, contaminazioni positive di stili ed esperienze
Abbiamo assistito in questi ultimi anni a una vera e propria rivoluzione nel modo di trasmettere la fede ai ragazzi, passando dal tradizionale “andare a dottrina” dal parroco (ricordo trent’anni fa la mia personale esperienza con il nostro allora parroco don Anselmo che ci interrogava su tutte le preghiere, i precetti, le virtù, i vizi capitali, i comandamenti che dovevamo rigorosamente imparare a memoria) a una iniziazione cristiana che coinvolge non solo i bambini ma anche i loro genitori e non centrata più sulla figura del parroco ma di laici formati e chiamati a lavorare in equipe.
Penso in particolare al Tempo della Fraternità che coinvolge i preadolescenti guidati da un’équipe di catechisti ed educatori giovani e/o altri operatori pastorali presenti nella parrocchia. Una scelta fuori dal comune, coraggiosa, innovativa, sfidante, fatta ormai quasi dieci anni fa per aiutare i ragazzi a entrare in contatto con una comunità più ampia del piccolo gruppo a cui appartengono, una comunità di adulti, di educatori, di catechisti, di missionari che vogliono prendersi cura del loro percorso di crescita.
L’équipe stessa diventa per i ragazzi un esempio di fraternità, di relazione con tutte le gioie ma anche le inevitabili difficoltà che il lavorare insieme comporta.
Sono stata coinvolta in questi ultimi anni nella formazione a catechisti ed educatori del Tempo della Fraternità sul tema del lavorare in equipe cercando di far cogliere loro la ricchezza e il valore di questo nuovo metodo. Certo non mancano i risvolti critici come ad esempio la difficoltà di mettere insieme età, stili, idee, culture, esperienze diverse tra catechisti ed educatori che possono in alcuni casi aumentare la conflittualità, rendere più lunga la preparazione degli incontri, creare frustrazione, ma le esperienze fatte hanno anche dimostrato come l’obiettivo comune di mettere al centro i ragazzi e il desiderio di far vivere loro esperienze di crescita e di fede abbia fatto superare le difficoltà iniziali e fatto maturare nella capacità di lavorare insieme.
Sicuramente alcune attenzioni diventano fondamentali per le équipes: chiarire l’obiettivo, scegliere un metodo, definire i tempi, darsi delle regole per rendere la conduzione armoniosa, poter disporre di risorse economiche, fisiche (importanza di spazi dedicati), poter contare su una comunità per risolvere eventuali problemi e non sentirsi soli.
La scelta del lavorare in équipe non può che continuare, così da mettere in moto risorse irrinunciabili: la collaborazione e il confronto tra generazioni, la creatività e dinamicità delle proposte ai ragazzi e la contaminazione positiva tra stili ed esperienze dei catechisti e degli educatori. Sono convinta che dovremo continuare ad accogliere la sfida di ulteriori cambiamenti, pur mantenendo fede all’obiettivo.
Barbara Vettorato
responsabile marketing e comunicazione di Irecoop Veneto