Casa Sant’Andrea si trasferisce nella parrocchia di san Gregorio Barbarigo all'Arcella. Contagio tra comunità
Casa Sant’Andrea si trasferisce nella canonica della parrocchia di San Gregorio Barbarigo all’Arcella. Sabato 5 ottobre, l’inaugurazione della nuova sede
Una comunità vocazionale nel cuore di una comunità parrocchiale. È questa la volontà precisa dietro la scelta della Diocesi e del Seminario di Padova di scegliere come nuova sede di Casa Sant’Andrea la casa di discernimento vocazionale che dal 1993 funge da esperienza propedeutica all’ingresso in Seminario per accogliere la vocazione del presbitero diocesano. Casa Sant’Andrea, a Mandria dal 1993 al 2016, da otto anni si trovava in un’ala dell’ex Seminario minore di Rubano. La nuova sede della casa, che ospita anche gli incontri dell’itinerario vocazionale diocesano ora noto come “Percorso ChiamalaVita”, si trova nella canonica della parrocchia di San Gregorio Barbarigo, all’Arcella, in via Valmarana 20, comunità che si prepara ad accogliere, come nuovo parroco, don Giovanni Molon, che continuerà anche a rivestire il ruolo di padre spirituale del Seminario e di Casa Sant’Andrea. L’inaugurazione – dopo una lunga estate di lavori – avverrà sabato 5 ottobre, alle 17, alla presenza del vescovo Claudio. Alle 18, sempre accompagnato del vescovo Claudio, don Giovanni Molon farà ufficialmente il suo ingresso come parroco. Racconta don Mattia Francescon, direttore di Casa Sant’Andrea e animatore vocazionale diocesano: «Dopo due anni di ricerca, confronti, colloqui, progetti, la Diocesi ha trovato una nuova sede per quell’esperienza giovanile che ha l’obiettivo di porre un giovane nelle condizioni di fare un primo discernimento sulla vocazione del presbitero diocesano». La ricerca si è orientata verso una canonica destinata a rimanere vuota per l’avvicendamento dei parroci. Cruciale la centralità e la vicinanza al centro città per intercettare la vita universitaria e agevolare l’arrivo di giovani senza auto o mezzi autonomi. «Individuate tre opzioni, si è cominciato a parlare con i parroci interessati a proporre questo progetto ai rispettivi organismi di comunione – continua don Francescon – in particolar modo valutando opportunità pastorali: una comunità giovanile e una comunità parrocchiale che si “contagiano” a vicenda nella vita di preghiera e di annuncio; ma anche animazione giovanile, valorizzazione delle strutture, sostenibilità economica, sviluppo prevedibile del quartiere, sperimentazione pastorale, possibilità di incontro ai giovani cristiani del territorio». La scelta, compiuta insieme al vescovo, è ricaduta sulla canonica di San Gregorio Barbarigo. «Casa Sant’Andrea è anche una casa per giovani, maschi e femmine, disponibili a lavorare su di sé con Dio. Accoglienza e accompagnamento spirituale sono le parole che ci guidano. La parrocchia di San Gregorio risponde anche a questa esigenza: ha molti spazi del patronato che potrebbero essere valorizzati con tante iniziative della casa». L’edificio e il parco dell’ex Seminario minore di Rubano rimangono in vendita, ma continueranno a essere utilizzati per attività vocazionali del Seminario e saltuariamente per attività di gruppi parrocchiali in autogestione. In un recente numero del Cor Cordis, il periodico del Seminario, don Francescon scriveva: «“Arcella bella” è una simpatica rima che entra subito in testa. Ma potrebbe essere anche una domanda un po’ irriverente, quasi retorica, piena di pregiudizi, che suonerebbe così: “Arcella, bella!?”. Noi di Casa Sant’Andrea abbiamo provato lo scorso giugno a rispondervi attraverso quattro giorni di esplorazione e condivisione. La risposta: l’Arcella è veramente bella! Un quartiere molto dinamico, in trasformazione, multietnico, pieno di giovani universitari, con una Chiesa capace di interrogarsi, accettare la sfida, farsi vicina, proporsi, e disposta con pazienza a condividere la vita e annunciare la fede».
Per le donne
Casa Sant’Andrea continua a coltivare vocazioni. Maschili e femminili. Se la comunità vocazionale maschile, propedeutica al Seminario, si sposta all’Arcella, l’ala dell’ex Seminario di Rubano a partire da ottobre, ospiterà – oltre alle consuete attività vocazionali del Seminario – la nuova “Fraternità Marta e Maria”, composta da giovani donne, che, in forma autonoma, sperimenteranno la vita comune mentre approfondiscono la loro vocazione per intuirne il carisma. Un co-housing vocazionale, diciamo, che si avvarrà del contributo di un’equipe composta da quattro religiose provenienti da altrettanti congregazioni presenti in Diocesi. Non sarà però una Casa Sant’Andrea “al femminile”. Se a Casa Sant’Andrea, infatti, partecipano giovani già proiettati verso la vocazione del presbitero diocesano, nella “Fraternità Marta e Maria” le giovani avranno la libertà di darsi del tempo per discernere tra numerose strade.
Andrea Canton