Bethesda, “buona pratica” padovana alla Settimana Sociale di Trieste

Nei giorni della 50° Settimana sociale dei cattolici in Italia il loro gazebo era in piazza Attilio Hortis, a Trieste, tra quello degli scout adulti del Masci e quello di Pax Christi, in co-abitazione (loro ci sono abituati) con altre comunità formate da famiglie in giro per l’Italia.

Bethesda, “buona pratica” padovana alla Settimana Sociale di Trieste

La comunità Bethesda, che da quasi sei anni ha riempito di vita un casolare nella periferia nord di Padova, ha portato la sua “buona pratica” in fatto di democrazia e partecipazione. «Siamo qui a Trieste con altre due comunità di famiglie incontrate lungo il cammino – ha raccontato Luana De Martin – Nella nostra esperienza di Chiesa domestica, proponiamo come “buona pratica” il fatto che insieme è meglio. Ci siamo trovati tutti in diverse tipologie di solitudine, ma lo stare insieme ci aiuta a vivere una quotidianità più ricca, nella quale possiamo condividere un percorso di fede molto autentico». A Bethesda vivono quattro coppie di sposi, con uno stuolo di figli, pronte ad accogliere anche persone in difficoltà, come mamme e i loro figli in situazioni di disagio o di pericolo. Luana De Martin si alterna nello stand a Silvana Gaggini dell’associazione Il Mulino di Firenze. Un tavolino, tante foto, spazi per attività e giochi e, per terra, con delle lampadine a riprodurre le fiamme, un pentolone quasi a voler dire che preparare la cena per più persone dà più soddisfazione. «Tutti quanti siamo partiti dal sogno, ma anche dal bisogno di dare frutto dopo tutto l’amore che abbiamo ricevuto – ci ha detto Luana De Martin – Per quanto riguarda Bethesda, ognuno di noi faceva fatica a realizzare nella propria quotidianità qualche servizio, ma anche essere autentici nella preghiera perché presi da mille incombenze. Abbiamo pensato, invece, che unendoci avremmo potuto fare sia l’una che l’altra cosa». Un segno di partecipazione concreta, di creazione di relazioni, contro la cappa asfissiante dell’individualismo che va per la maggiore. «La nostra è una risposta controcorrente, perché sentiamo che le persone che passano a casa nostra sentono la solitudine di un mondo basato sull’autodeterminazione, dove si pensa che l’unica possibilità sia bastare a se stessi. Cerchiamo di dare testimonianza del fatto che ci si può appoggiare agli altri, non necessariamente nella straordinarietà di mettere su una comunità come la nostra, ma anche nella quotidianità, con i vicini o i colleghi. Non si esclude la fatica, che viviamo anche noi, ma la relazione, lo stare insieme, la progettualità comune possono arricchire il cammino di tutti».

Come rivivere alcuni momenti della Settimana

Su Play2000, la nuova app dei media Cei TV2000 e inBlu2000 – accessibile negli store di Android e iOS e all’indirizzo play2000.it – è possibile rivedere, in forma integrale, alcuni dei momenti pubblici della Settimana sociale di Trieste: la cerimonia di apertura con le prolusioni del cardinale Zuppi e del presidente Mattarella, le riflessioni spirituali per i delegati ma anche gli incontri tematici delle “Piazze della Democrazia”.

Andrea Canton

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