Arzercavalli. Il patronato rinasce. "Porta e condividi" domenica 29 settembre
Arzercavalli Domenica 29, nel pomeriggio, “porta e condividi” nel salone del centro parrocchiale per generare nuove occasioni di aggregazione e relazione
La parrocchia di Arzercavalli riapre dal 29 settembre le porte del suo patronato con l’auspicio che torni ad essere un luogo dove tessere relazioni di comunità. Dopo essere stato destinato negli ultimi tempi a spazio per le riunioni parrocchiali e scuola di italiano per stranieri, ora è tempo di cambiare rispondendo così anche ad un bisogno espresso dalla popolazione. «Il nuovo consiglio pastorale ha recepito questa esigenza e ha raccolto la sfida proprio per dare importanza alle costruzione di legami tra le persone che decideranno di trascorrere del tempo in patronato», racconta il parroco don Leopoldo Zanon. La nuova vita dello stabile parrocchiale passa momentaneamente per un’apertura nel pomeriggio della domenica con una formula innovativa riguardante le consumazioni e gli intrattenimenti proposti. Non il tradizionale bar, ma una macchinetta automatica per l’erogazione di bevande calde, alle quali su offerta libera si affianca ciò che ognuno deciderà di portare da casa e condividere con gli altri, magari tra una partita a carte o di tombola per i grandi e una sfida a calcio balilla o ping pong per i piccoli. «È un modo per tornare alla condivisione, recuperando anche un’attività presente in comunità all’inizio dell’esperienza di unità pastorale con le parrocchie di Arre, Candiana, Fossaragna e Pontecasale – continua don Zanon – In mancanza del parroco, alcune mamme portavano i figli in patronato gestendolo autonomamente e proponendo poi varie iniziative, desiderose di fare qualcosa per il bene collettivo». Dopo lo stop dovuto anche alla pandemia, è così giunto il momento di riprendere a generare occasioni di aggregazione con una proposta su cui scommettere, non da sprovveduti – sottolinea il sacerdote – ma nello spirito evangelico della speranza che ciò che si semina cresca nelle stagioni buone che arriveranno, come testimoniano anche gli altri patronati dell’unità pastorale. «Sempre più si stanno trasformando in luoghi aperti e funzionanti grazie ai rapporti che in essi si instaurano e non per la presenza del bar. Così si offre un tempo sano e gratuito di relazioni, anche intergenerazionali». Un’apertura verso l’altro insita da sempre nella comunità di Arzercavalli che non si può certamente dimenticare: «Durante le prime ondate di immigrati negli anni scorsi erano ospitate qui oltre cento persone, a fronte di 850 abitanti – ricorda il parroco don Zanon – Inoltre, molti religiosi impegnati in missioni hanno avuto i propri natali in queste nostre terre, caratterizzate da una vocazione alle relazioni che ora il patronato vuole rafforzare nel territorio in cui si trova». (R. R.)