Medjugorje: decreto del vescovo di Mostar, “fedeli e sacerdoti non sono obbligati a credervi”
Il vescovo della diocesi di Mostar-Duvno, mons. Petar Palic, sul cui territorio si trova Medjugorje, vista la Nota “La Regina della pace” ha emanato un decreto in cui viene considerata “la necessità di concludere il discernimento sui fenomeni legati alla devozione a Maria ‘Regina della pace’ a Medjugorje, soprattutto alla luce della situazione attuale e delle decisioni già prese in materia di orientamento pastorale, sia la necessità di offrire alcuni chiarimenti al riguardo”.
Il testo è “alla luce delle norme del Dicastero per la dottrina delle fede” del 17 maggio 2024 e i “provvedimenti di Papa Francesco per assicurare l’accompagnamento spirituale dei fedeli che desiderano aderire a questa proposta spirituale” e in accordo al “parere molto positivo del visitatore apostolico che risiede nel luogo”. Mons. Palic, inoltre, si dichiara “consapevole degli altri aspetti positivi e non secondari” dei messaggi legati all’esperienza spirituale di Medjugorje, “ben richiamati dalla Nota citata” e riconosce “l’abbondanza di testimonianze di fedeli e di pastori sui numerosi frutti positivi legati alla devozione a Maria Regina della Pace” come anche “che questo fenomeno trascende ampliamente la diocesi di Mostar-Duvno al punto che la devozione si è diffusa in tutto il mondo”. Dunque, il vescovo decreta il nulla osta “per apprezzare il valore pastorale e promuovere pure la diffusione di questa proposta spirituale, anche mediante eventuali pellegrinaggi” e autorizza i fedeli a dare in forma prudente la loro adesione alla devozione a Maria “Regina della pace”. Anche mons. Palic, conforme alla Nota vaticana, precisa che questa devozione “non implica una dichiarazione del carattere soprannaturale del fenomeno in parola, ricordando che i fedeli non sono obbligati a credervi”. Secondo il documento anche i sacerdoti della diocesi “accettando e rispettando la decisione della Chiesa, sono liberi di aderire o meno a questa proposta spirituale”. Si ricorda, infine, il ruolo del “visitatore apostolico al quale si deve rispetto e obbedienza nelle decisioni che prenderà di fronte alle situazioni che possono presentarsi”.