Il parroco dei pellegrini. La festa al monastero per l'ingresso del nuovo parroco

P. Kosmas Thielmann è ufficialmente il nuovo “parroco dei pellegrini” che saliranno al “monte santo del Tirolo” a Sabiona

Il parroco dei pellegrini. La festa al monastero per l'ingresso del nuovo parroco

Allineati su due file, gli schioppi degli Schützen della compagnia di Bressanone si levano insieme verso il cielo azzurro, illuminato dal calore del sole di fine estate. Il dito è pronto sul grilletto. La salva di saluto squarcia all’improvviso il silenzio, e l’eco del colpo si scioglie nelle note della marcia intonata davanti alla chiesa di Nostra Signora dalla banda musicale di Chiusa, mentre i gonfaloni delle compagnie di Schützen del circondario sventolano mosse da un lieve filo di vento. 

Solenne il saluto di benvenuto che, sul prato antistante la chiesa di Nostra Signora, a ridosso delle alte mura del monastero di Sabiona, la comunità di Chiusa e della val d’Isarco ha voluto tributare sabato scorso (7 settembre) a p. Kosmas Thielmann, che è ufficialmente il nuovo “parroco dei pellegrini” che saliranno al “monte santo del Tirolo”. 

P. Kosmas avrebbe gradito anche una cerimonia più semplice, ma quella organizzata per salutare il suo arrivo ufficiale in quella che è la “culla” della Chiesa altoatesina è diretta espressione delle aspettative della comunità. Così come spiega il sindaco di Chiusa, Peter Gasser, che nel sottolineare la gioia di vedere dopo due anni il monastero nuovamente abitato, confessa che “l’assenza di vita spirituale ha lasciato un vuoto che tutti abbiamo sentito; questa giornata segna il ritorno della vita sul monte di Sabiona”.

Anche le monache benedettine, che hanno abitato il monastero dal 1685 al 2021, sono presenti per dare il benvenuto al monaco cistercense dell’abbazia di Heiligenkreuz. L’abbadessa sr. Ancilla Hohenegger lo aspetta all’interno delle mura del monastero, nel piazzale antistante la foresteria, dal quale si accede alla chiesa del convento. Gli offre in dono un vaso di orchidee bianche. Il gesto viene immortalato da p. Karl Wallner, che poi lo posta sulla sua pagina Fb e su quella dei cistercensi, insieme a diversi altri momenti della giornata. 

P. Kosmas e sr. Ancilla salgono insieme in chiesa, accompagnati dall’abate di Heiligenkreuz Maximilian Heim, da diversi confratelli giunti per l’occasione dall’Austria, e da un nutrito numero di persone dei paesi vicini che hanno affrontato la non semplice salita al monastero per partecipare a questa giornata di festa e di fede.

La chiesa non riesce a contenere tutti; i cistercensi aprono allora anche le porte della cappella retrostante (che un tempo era la cappella della clausura delle monache) e nel presbiterio condividono gli scranni con fedeli di ogni età. Il più piccolo ha un paio di anni e passeggia curioso lungo il corridoio centrale, attirato dai colori dei cappelli piumati degli Schützen, eroici nel sopportare il caldo della giornata nelle loro tradizionali divise di pelle e lana cotta.

Consegnando durante la s. messa le chiavi del monastero e del tabernacolo a p. Kosmas, il vescovo Muser sottolinea che dal V secolo Sabiona ricopre un ruolo centrale per la diocesi di Bolzano-Bressanone. “Questa giornata segna l’inizio di un nuovo capitolo di questo luogo santo – afferma – con gratitudine, speranza e grande gioia consegno a lui le chiavi che mi aveva affidato madre Ancilla. Questo è un piccolo inizio, concreto e convinto”. 

Kosmas Lars Thielmann nasce nel 1966 a Essen. Studia teologia, giurisprudenza e medicina a Bochum e Colonia. Esperto di etica, è attivo nel centro di etica e scienza dell’università Eberhard Karl di Tubinga e ha attivato ricerche e collaborazioni in questo settore con le università di Harvard e di Boston. Dal 2003 è monaco cistercense nell’abbazia di Heiligenkreuz (Vienna) ed è docente di teologia morale allo studio teologico “Benedetto XVI”.

“Questo è il decimo trasferimento che affronto in 20 anni di vita religiosa – racconta p. Kosmas al settimanale diocesano Katholisches Sonntagsblatt – stavolta è stato un po’ più faticoso del solito: è la quarta parrocchia che ho dovuto salutare”.  “Il lavoro di un parroco – prosegue – è fatto soprattutto di relazioni, fiducia e di contatti che vanno tessuti e coltivati. Tutto questo rende, naturalmente, il momento del distacco più doloroso. Non ho lasciato un posto di lavoro, ho lasciato delle persone”. 

P. Kosmas è stato il primo, a novembre dello scorso anno, ad arrivare a Sabiona nel mese di prova che i cistercensi hanno voluto fare prima di prendere una decisione, a marzo di quest’anno. In quell’occasione i monaci avevano vissuto nella foresteria, ma ora p. Kosmas è in tutto e per tutto un abitante del monastero. In queste settimane è stata ristrutturata una delle numerose stanze dell’imponente edificio arroccato sulla collina che domina la val d’Isarco. Questa sarà, d’ora in poi, casa di p. Kosmas, che è ufficialmente il “parroco dei pellegrini” di Sabiona. La foresteria sarà a completa disposizione di quanti vorranno salire per vivere qualche giorno di ritiro e di preghiera. 

P. Kosmas è arrivato a Sabiona insieme a Coco, un bell’esemplare di Pumi (non purosangue) che il monaco cistercense ha adottato in un canile 12 anni fa, quand’era ancora un cucciolo, un dolce batuffolo di riccioli neri. I riccioli sono rimasti, le dimensioni del batuffolo sono ormai un lontano ricordo, ma la dolcezza è sempre la stessa. 

“Certo, mi sono chiesto come sarebbe stato per me e per il mio cane vivere quassù – prosegue p. Kosmas –. In questi anni ho sempre pensato che dovunque mi sarei trovato sarebbe stato un luogo bello. Così è stato finora e così è anche questa volta”.

“È stato detto che Sabiona deve rimanere un centro spirituale, ma questo non lo si può pianificare –. Sono le persone che arrivano in questo luogo a farlo crescere. Da parte mia garantirò la s. messa, nei giorni feriali, alle 11.30, e la possibilità di accostarsi al sacramento della riconciliazione o anche solo di fare un semplice colloquio. Il resto si vedrà. Mi viene sempre chiesto di elaborare un concetto. Il Signore ha un concetto e questo è più che sufficiente”.

Potrà accadere, in futuro, che la s. messa quotidiana nel monastero possa saltare. P. Kosmas, infatti, sarà anche collaboratore pastorale a Chiusa e in altre cinque parrocchie, supportando l’attività del decano Peter Gasser. “Sarà comunque offerta la possibilità di partecipare alla Liturgia delle Ore, così come abbiamo fatto nel periodo di prova che abbiamo fatto nel novembre 2023”.

“Durante quel periodo – ricorda p. Kosmas – giorno dopo giorno, domenica dopo domenica, siamo arrivati a 50-60 pellegrini che partecipavano alla s. messa. Se, in futuro, si arriverà forse a 100-120 fedeli, allora sarà chiaro che sarà necessaria la presenza di un confratello in più. Ma al di là di tutto questo, non bisogna dimenticare che un luogo sacro si fonda sulle persone. Io offro la celebrazione della s. messa e dei sacramenti, la porta è sempre aperta e il tabernacolo è il santuario. Di più non si può programmare”.

“Si tratterà – conclude – di trovare una sintonia con i piedi. Proprio così, avete capito bene. Saranno gli altoatesini che, con i loro piedi stabiliranno che ne sarà di Sabiona. Grato per il compito che mi è stato affidato desidero rivolgere una sola richiesta agli altoatesini e a tutti i pellegrini: fate di Sabiona un centro spirituale di questa terra, il monte sacro del Tirolo. Con i vostri cuori e con i vostri piedi decidete cosa dovrà diventare questo luogo. Siete sempre i benvenuti su questo monte, che è vostro, con le vostre gioie e speranze, con le vostre preoccupazioni e necessità”.

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Fonte: Sir