Donne di fede. Le storie di tre donne che, con doni diversi, servono Gesù

Angie è una persona disabile, e fa la chierichetta. Mentre sr. Lucia Libenau, 30 anni, dialoga con sr. Walburga Sauer, che a ottobre compirà 102 anni

Donne di fede. Le storie di tre donne che, con doni diversi, servono Gesù

La sedia a rotelle è da sempre l’alleata fedele delle sue gambe. Con lei, Angie Korsch ha superato piccoli e grandi ostacoli. Da poco meno di due mesi, l’accompagna anche nel presbiterio della chiesa parrocchiale di Thannhausen, piccola cittadina di 6.100 abitanti della Svevia Bavarese, che sorge a circa 130 chilometri da Monaco. 

Angie è affetta, sin dalla nascita, da una lieve disabilità mentale e da una più grave disabilità fisica. La paralisi del lato sinistro del suo corpo le impediscono di muoversi autonomamente. Ed ecco che, in suo soccorso, c’è lei, la sua fidata sedia a rotelle, che guida agevolmente con un joystick. 

Cresciuta in una famiglia cattolica – “sono stata battezzata e cresimata”, racconta al portale katholisch.de  – all’età di 9 anni ha lasciato Klosterlechfeld, suo paese natale che sorge a sud di Augusta, a Ursberg, a quasi 40 chilometri di distanza, in una struttura gestita dal Dominikus-Ringeisen-Werk, che si prende cura di persone con varie disabilità. “Mamma e papà non riuscivano più a prendersi cura di me 24 ore su 24”, spiega. Il Ringeisen-Werk è una fondazione cattolica e nella struttura che la ospita Angie prende parte alle liturgie che vengono celebrate nel corso della settimana. Qualche volta le è stato anche chiesto di suonare i campanelli durante la consacrazione e di quei piccoli ma intensi momenti di partecipazione attiva alle celebrazioni conserva ancora oggi un particolare ricordo. Passano gli anni e Angie si trasferisce in una casa-famiglia nel vicino paese di Thannhausen, dove continua a partecipare alle celebrazioni e alla vita della vicina parrocchia di S. Maria Assunta, di cui condivide anche il nome. Sì, perché tutti la chiamano Angie, ma all’anagrafe il suo nome completo è Angela Maria. 

La primavera scorsa, Angie ha rivelato al don Florian Bach, il regalo che desiderava per il suo 30.mo compleanno: diventare chierichetta. E così il 37enne parroco di Thannhausen, colpito dalla profondità della fede di quella sua parrocchiana tanto assidua e presente nella vita della comunità, ha pensato di realizzare il suo sogno. Ha coinvolto una sarta e le ha fatto confezionare la sua veste da chierichetta, una veste speciale che può essere indossata semplicemente, fissandola al collo con dei bottoni automatici. Un regalo che ha riempito di gioia gli occhi e il cuore di Angie. Il primo passo era stato fatto. Ma c’era ancora un ostacolo da superare: trovare il modo per salire con la sedia a rotelle i due piccoli gradini che dall’aula portano in presbiterio. Inizialmente don Bach aveva pensato di utilizzare un paio di assi, ma le leggi della fisica gli hanno fatto subito capire che la sua idea era un tantino azzardata. La sedia di Angie pesa più di 3 quintali, decisamente troppo per un paio di assi di legno. Era necessaria una rampa stabile, del costo di diverse migliaia di euro, che è stata realizzata con i fondi messi a disposizione dai parrocchiani. Circa quattro mesi dopo aver ricevuto i parlamenti, Angie ha realizzato il suo sogno. Il 16 luglio è salita per la prima volta con la sua sedia a rotelle in presbiterio e lì, nel giorno dell’anniversario del suo battesimo, ha servito la sua prima messa, sotto gli occhi commossi dei parrocchiani. Grande è la gioia di Angie – come si può vedere nelle foto pubblicate recentemente su Ig – ma altrettanto grandi sono le domande che la portano a volte a lottare con Gesù. Prima tra tutte il perché della sua malattia. “A questa domanda non si può rispondere – afferma don Bach – ma come cristiani abbiamo la speranza che Gesù sia davvero lì, che sia viaggiando con noi”. E allora è proprio il caso che si prepari a viaggiare, visto che Angie Korsch ha già pronto il suo prossimo obiettivo: andare in Vaticano da Papa Francesco”. 

In attesa di raccontare il viaggio della giovane e determinata chierichetta a Roma, noi ci spostiamo di circa 500 chilometri a nord, e più di preciso a Salzkotten, cittadina della Renania Settentrionale – Vestfalia, nel circondario di Padeborn, da cui dista circa 15 chilometri, dove vivono le protagoniste di un’altra storia di fede, che katolisch.de  ha pubblicato questa settimana su Fb insieme a quella di Angie. 

“Questa è la più giovane e questa è la più anziana”. Nella sala del convento della congregazione delle Suore francescane di Salzkotten, che ospita oggi 52 suore, vengono sistemate due sedie. Sulla prima si siede sr. Lucia Libenau, che di anni ne ha 30, esattamente come Angie. Sulla seconda prende posto sr. Walburga Sauer, che a ottobre compirà 102 anni. Ha un viso senza rughe e un’espressione dolce. Nelle suore francescane è entrata nel 1957, quando di anni ne aveva 35. Avrebbe voluto entrare in convento prima, ma all’epoca, dopo la guerra, c’era bisogno del suo aiuto nella fattoria dei suoi genitori. La preghiera è stata un’ottima consolazione per lei e per la sua famiglia in occasione della morte prematura della sorella, portata via a 11 anni dal morbillo. “Col tempo ho maturato la consapevolezza che a casa non avrei potuto condurre una vita intensamente spirituale”, racconta l’anziana suora. Da qui la scelta di non sposarsi e mettere su famiglia, come tante sue coetanee, ma di entrare in convento. Una volta presi i voti sr. Walburga si è fermata come educatrice ed ha insegnato nella scuola del convento. Ha lavorato poi come portinaia e, per un certo periodo, ha anche gestito un collegio. A 101 anni, con oltre 60 anni di vita religiosa alle spalle, è sempre più convinta che quella di abbracciare la vita consacrata è stata la scelta migliore che potesse fare.

Sr. Lucia è entrata a far parte delle suore francescane di Salzkotten da circa quattro anni. Cresciuta in Bassa Sassonia, a Berlino è stata battezzata come protestante. Ha studiato geoscienze ad Hannover e dopo un viaggio a Roma ha iniziato a riprendere contatti con la sua fede. “All’epoca ho detto a Dio: ci riproveremo; se esisti, allora mi guiderai”. Poco tempo dopo, partecipando alla celebrazione cattolica, sr. Lucia rimane affascinata dall’Eucaristia. Nel 2019, dopo aver partecipato ad un corso di esercizi con i gesuiti a Gottinga, decide di convertirsi. Riceve la cresima e la prima comunione. E inizia un anno di servizio religioso volontario presso le suore francescane di Salzkotten. Oggi vive insieme a sr. Walburga, in un appartamento condiviso all’interno del convento. 

Quella delle suore francescane è una realtà molto varia. Insieme alle suore vivono anche cinque clarisse. Con i francescani di Padeborn celebrano ogni giorno la messa nella chiesa del convento. Al primo piano del convento, poi, c’è spazio per le attività di alcuni gruppi giovanili, mentre accanto al refettorio delle suore c’è una sala da pranzo particolare. È il “Offenen Mittagstisch” (il “tavolo per pranzo aperto a tutti”). Chiunque desidera può andare lì a pranzare. Si mangia quello che passa il convento, insieme, senza barriere e senza distinzioni. Ci sono anziani, persone in difficoltà, ma non solo. 

“Non bisogna immaginarsi che il convento sia un paradiso costantemente allietato dal suono dei violini”, ricorda sr. Walburga, non nascondendo che non mancano le difficoltà. Ma è felice di poter vivere e invecchiare all’interno di una comunità. E mentre parla guarda sorridendo la sua giovane consorella “coinquilina”.

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Fonte: Sir