Chiesa nel mondo

Da Bratislava, dove si sta svolgendo la terza edizione delle Giornate Sociali Cattoliche Europee, accogliamo con gioia l’invito rivolto da Papa Francesco ai vescovi di tutto il mondo e ai loro presbiteri a unirsi a lui nella preghiera per la pace e nella consacrazione e affidamento della Russia e dell’Ucraina al Cuore Immacolato di Maria.

È cominciata oggi a Bratislava la terza edizione delle Giornate sociali europee. Inizialmente previste per esplorare i nuovi inizi in Europa subito dopo la pandemia di Covid-19, le giornate si sono inevitabilmente confrontate con la guerra in atto in Ucraina a pochissimi chilometri dalla capitale slovacca. Qui, la mobilitazione umanitaria delle istituzioni, di organizzazioni, comunità e individui è stata immensa sin dall’inizio. Risuonano quindi forti le parole di Papa Francesco ai partecipanti: “Si trasformino i muri ancora presenti in Europa in porte di accesso al suo patrimonio di storia, di fede, di arte e cultura; si promuovano il dialogo e l’amicizia sociale, perché cresca una convivenza umana fondata sulla fraternità”

“La riforma della Curia romana sarà reale e possibile se germoglierà da una riforma interiore, con la quale facciamo nostro il paradigma della spiritualità del Concilio, espressa dall’antica storia del Buon Samaritano, di quell’uomo, che devia dal suo cammino per farsi prossimo ad un uomo mezzo morto che non appartiene al suo popolo e che neppure conosce”.

Agespi, Anaste, Aris e Uneba condividono la visione complessiva del Documento che sarà alla base del disegno di legge delega sulla riforma dell'assistenza. Condivisa l'esigenza di modificare i servizi residenziali, articolandoli per tipologia di persone, bisogni e cure. "Le nuove Rsa siano aperte ai territori, alle famiglie, al volontariato"

“C’è una resistenza dell’umanità anche nei luoghi di conflitto, dove sembra prevalere la barbarie, dove si decidono le sorti di tanti innocenti”. E questa resistenza è “il principio di fraternità che il Padre ha impresso in noi”. Con un messaggio di speranza, in questo tempo di guerra e violenza, si sono aperte questa mattina a Bratislava le Giornate sociali cattoliche europee.

“Dal 2 marzo, ogni giorno le Conferenze episcopali d’Europa si stanno alternando per pregare più insistentemente per chiedere il dono della pace e ricordare le vittime del Covid. Oggi tra l’altro è la giornata internazionale per le vittime del Covid. Celebriamo con questo ricordo, presentando a Dio tutta la nostra umanità. Lo facciamo unendoci con la preghiera che dal mercoledì delle ceneri sta attraversando tutta l’Europa: da paese a paese, da Conferenza episcopale a Conferenza episcopale, da altare ad altare”. 

"La via della distruzione è facile da imboccare, ma produce tante macerie". E' l'ennesimo appello del Papa per la pace in Ucraina, auspicata in un messaggio scritto e in un discorso pronunciato. "Fino a dove siamo capaci di arrivare? Assassini dei nostri fratelli", il monito a proposito della guerra entrata "a casa nostra". "Non esistono guerre giuste". Appello all'Europa affinché non si volti "dall'altra parte".

Ci sarà anche tanta emotività, come spesso succede in frangenti come questi. È forse inevitabile. Ma vorrei vederci anche il fondo dell’umano che si commuove davanti a una richiesta di accoglienza, a un bisogno impellente, a un popolo intero che chiede aiuto. L’Italia profonda è anche questa, come i nostri giornali raccontano da sempre: un paese vivo e solidale, con l’animo generoso, nonostante gli insensati rincari delle ultime settimane che prosciugano gli stipendi e un domani pieno di incognite. Questo accade anche qui, da noi. In questo lembo di pianura custodito come un giardino, dove i peschi sono stupendamente di nuovo in fiore e ci ricordano che, nonostante le tante cattiverie umane, la vita segna sempre un nuovo inizio