Vallonga di Arzergrande. Comunità missionaria da oltre vent'anni
Oltre 20mila euro raccolti e 120 sottoscrizioni per le adozioni a distanza: sono questi i numeri della parrocchia di Vallonga, ad Arzergrande. Qui da oltre vent'anni il gruppo missionario sostiene progetti per chi vive in condizioni svantaggiate. «L’attenzione missionaria non solo ci aiuta a mettere in pratica la carità predicata nel Vangelo, ma ci sprona ad aprirci al prossimo attraverso i piccoli gesti quotidiani» – afferma il parroco don Paolo Masiero.
Una comunità con il cuore aperto alle missioni: è la parrocchia di Vallonga ad Arzergrande, dove da oltre vent’anni i parrocchiani tendono le mani a chi vive in condizioni svantaggiate. L’anno scorso la cifra raccolta attraverso le sottoscrizioni e le iniziative di solidarietà (tra cui l’acquisto di bomboniere solidali in occasione di sacramenti e ricorrenze) ha superato i 20 mila euro. Ben 120 famiglie si sono impegnate a donare una quota mensile per le adozioni a distanza, che ormai non vanno più a beneficio di un singolo bambino ma di un gruppo oppure di un’intera classe.
Le realtà con cui il gruppo missionario attivo in parrocchia collabora ogni anno sono numerose e vanno dal Centro missionario diocesano con le adozioni in Brasile e in Kenya e i mini progetti in Thailandia, al sostegno alle suore Serve di Maria Riparatrici presenti in Brasile, Bolivia, Argentina, Filippine e in alcuni Paesi africani. Non solo: il gruppo missionario di Vallonga collabora anche con i padri Comboniani, con i Canossiani, con gli Scalabriniani, con il Cuamm di Padova e con la onlus Cmb Italia.
La vocazione missionaria della comunità ha radici profonde: risale infatti al 1996, quando l’allora vescovo Antonio Mattiazzo andò in visita pastorale a Vallonga, contagiando i parrocchiani con la sua sensibilità alle missioni. Ma in realtà la parrocchia di Arzergrande era già un terreno fertile, in cui negli anni erano maturate numerose vocazioni, molte delle quali a svolgere il ministero all’estero nei contesti più svantaggiati.
Oggi del gruppo missionario fanno parte una decina di volontari a cui all’occorrenza se ne aggiungono molti altri. «Senza la presenza del gruppo, la vita spirituale e relazionale della comunità sarebbe senza dubbio più povera – afferma il parroco don Paolo Masiero – L’attenzione missionaria non solo ci aiuta a mettere in pratica la carità predicata nel Vangelo, ma ci sprona ad aprirci al prossimo attraverso i piccoli gesti quotidiani».
La missione è diventata insomma autentico stile di vita all’interno della comunità. Così il gruppo missionario si è preso a cuore le sorti della scuola dell’infanzia con una serie di iniziative (mercatini, stand gastronomico e pranzi comunitari) per contribuire al pagamento delle spese e del mutuo. «I parrocchiani – conclude don Paolo – rispondono con generosità sapendo che anche le piccole “gocce” possono fare la differenza».