La storia di Sasso di Asiago
Il 1° settembre 1602 il vescovo Corner, visitata la cappella di Sant’Antonio a Sasso di Asiago, concesse che vi fosse celebrata la messa per amministrare la comunione agli infermi: fu il primo passo del cammino durato tre secoli e mezzo verso la completa autonomia della comunità dall’arcipretale di Asiago, distante 14 chilometri.
San Gregorio Barbarigo, in visita nel 1687, vi trovò un cappellano curato che officiava la messa e insegnava la dottrina cristiana. Il cardinale Gianfrancesco Barbarigo, nel 1723, trovò la chiesa riedificata dagli abitanti. Vent’anni dopo, il cardinale Rezzonico annotò anche l’esistenza della sacrestia e del campanile, e concesse ai fedeli anche il cimitero.
All’inizio dell’Ottocento, l’arciprete di Asiago ottenne che nella chiesa fosse conservato il Santissimo ed eretto il fonte battesimale.
Il 13 giugno 1902 fu benedetta la prima pietra della nuova chiesa in stile gotico a una sola navata, inaugurata nel novembre del 1906.
Il 16 aprile 1951, accolte le petizioni dei fedeli, la curazia di Sasso fu elevata a parrocchia con territorio smembrato da Lusiana e Asiago.
La chiesa, danneggiata dai bombardamenti della grande guerra, fu restaurata subito dopo la visita pastorale del 1952. Il 13 agosto 1958 fu benedetto il nuovo campanile.
Da novembre 2009, Sasso appartiene all’unità pastorale di Gallio con Stoccareddo e Foza.