La storia di San Vito di Arsiè
Dalla fine del Quattrocento esisteva a San Vito un oratorio soggetto alla pieve di Arsiè e intitolato agli allora beati Vito, Modesto e Crescenzia. Dopo che la Serenissima ebbe riconosciuto il giuspatronato della comunità di Arsiè (1770), nel 1771 la chiesetta venne dapprima eretta in curazia, poi in parrocchiale di San Vito e Roveri. La nuova chiesa in stile dorico-corinzio moderno risale alla fine dell'Ottocento.
Dalla fine del Quattrocento esisteva a San Vito un oratorio soggetto alla pieve di Arsiè e intitolato agli allora beati Vito, Modesto e Crescenzia, ausiliatori contro la corea, o ballo di San Vito, e la rabbia.
Nella rudimentale struttura, forse nemmeno consacrata, vi si celebravano soltanto le feste dei titolari; tuttavia aveva già dato il nome all’altura ove sorgeva: colle San Vito.
A inizio Settecento la situazione era mutata, l’unico altare era ben fornito e si celebrava anche durante le feste di precetto per agevolare i fedeli delle contrade di San Vito e Roveri distanti dalla sede plebana.
Dopo che la Serenissima ebbe riconosciuto il giuspatronato della comunità di Arsiè (1770), nel 1771 la chiesetta venne dapprima eretta in curazia, poi in parrocchiale di San Vito e Roveri.
Tale la trovò nel 1774 il vescovo Giustiniani. L’edificio era stato nel frattempo ampliato con due navate laterali.
Il campanile ormai pericolante fu ricostruito tra 1865 e 1872, mentre la nuova chiesa in stile dorico-corinzio moderno a tre altari tra 1883 e 1888. Venne consacrata nel 1953. Sei anni dopo gli emigranti del paese vi edificarono un quarto altare in onore di santa Barbara protettrice dei minatori. Intanto nel 1952 la denominazione della parrocchia era stata mutata in San Vito di Arsiè.