Roncaglia e Roncajette. Rotta verso la Caritas parrocchiale
Roncaglia e Roncajette. Un incontro con la Caritas diocesana per capire cos'è e come può operare in una parrocchia. Si tratta dell'inizio di una riflessione che porterà frutti.
Un incontro per capire, meditare e iniziare a ragionare. E così, anche a Roncaglia e a Roncajette si comincia a parlare di Caritas.
Lo scorso 11 marzo il consiglio pastorale della parrocchia intitolata a san Basilio e quella intitolata a san Fidenzio hanno trascorso una serata con il direttore di Caritas diocesana don Luca Facco e con il diacono don Lorenzo Rampon. «Il nostro intento – spiega Saverio Tosato del consiglio pastorale di Roncaglia – era chiarirci le idee su cosa significhi davvero avere una Caritas in parrocchia». A oggi, a Ponte San Nicolò, comune di cui Roncaglia fa parte, opera con base a San Leopoldo un gruppo di Caritas interparrocchiale che agisce nel territorio delle cinque parrocchie: «A un recente incontro proprio a San Leopoldo abbiamo capito che non esiste come figura giuridica la Caritas interparrocchiale, ma vi deve essere una presenza parrocchiale, unita semmai da reti e collaborazioni comuni – continua Tosato – mentre abbiamo compreso anche il ruolo e la mission del centro d’ascolto vicariale, che risponde a molte esigenze, anche aiutando a costruire progetti di sviluppo di povertà e bisogni delle persone».
La serata è stata fruttosa e davvero chiarificatrice: «Grazie a don Luca ora sappiamo di più sulla storia di Caritas nel nostro paese e quale ruolo possa avere in una parrocchia, quali bisogni intercettare e quali reti di collaborazione creare». Per molti si è trattato di qualcosa di nuovo, ammette Turato: «È ancora distante dal nostro sentire come comunità. Certamente ci vorrà un percorso serio di approfondimento e di sensibilizzazione. La riunione è stata uno stimolo per smuovere qualcosa in noi e per seminare». Che cosa, si vedrà più avanti. «Don Luca ci ha spiegato che nulla va forzato, che un progetto di Caritas si deve iniziare quando è sentito. Non si fa solo per “dovere”, anche perché la Caritas, seppur stimolata dall’entusiasmo di alcuni volontari, va vissuta da tutta la comunità».