Welfare e anziani: un futuro pieno di sfide
Ernesto Burattin, direttore generale dell'Opera Immacolata concezione, fa il punto a pochi giorni dal convegno dell'Uneba, l'unione nazionale delle istituzioni e iniziative di assistenza sociale. «Oltre al continuo aumento della popolazione anziana – spiega – dobbiamo affrontare la carenza di operatrici sanitarie», per le quali l'unico prerequisito è la qualità del servizio.
Ernesto Burattin, direttore generale del’Oic (Opera immacolata concezione), è doppiamente soddisfatto: da un punto di vista quantitativo e soprattutto per la qualità del confronto che si è respirato nei giorni scorsi quando, proprio negli ambienti dell'Oic si è tenuto il convegno annuale dell'Uneba.
«La partecipazione al convegno è stata molto significativa, anche in termini numerici; d’altra parte stiamo parlando di una delle realtà più importanti nel panorama socio-assistenziale italiano: un migliaio di enti, 20 mila dipendenti, circa 200 mila assistiti; numeri sicuramente da far paura, che esigono coordinamento, affinità di intenti, strategie condivise. Devo dire con molta franchezza che tali punti sono emersi con molta limpidità: l’Uneba è un’associazione sana e soprattutto che cerca sempre di camminare con i temi».
Un invito che è venuto anche dal vescovo Claudio...
«ll quale ha dimostrato di conoscere molto bene la realtà dell’Uneba, il suo modo di operare, i valori che la ispirano. Siamo in perfetta sintonia, su questo non c’è dubbio».
Tuttavia, l’impressione è che stiamo vivendo un momento di svolta. In fondo la presenza di Luigi Bobba aveva questo significato…
«La riforma del terzo settore, che il governo sta mettendo a punto, imporrà anche ai nostri enti dei cambiamenti; su questo non vi è dubbio. Ma siamo sufficientemente attrezzati e pronti per affrontare le nuove sfide. Siamo certi che alla fine uscirà una buona riforma, in grado di valorizzare tutti i soggetti che operano a vario titolo nel vastissimo mondo del terzo settore. Dove, tra l’altro, la domanda di servizi è crescente».
Anche negli enti dell’Uneba?
«Di sicuro. Oltre all’aumento della popolazione anziana, ad esempio, dobbiamo continuamente affrontare tematiche relative al personale. Non è facile trovare le competenze e le figure professionali idonee e adatte; ad esempio noi soffriamo molto della carenza di operatrici sanitarie. Potrà sembrare strano, ma anche in un periodo di spasmodica ricerca di lavoro, non tutti sono disponibili a impegnarsi in alcuni ambiti».
Forse le badanti straniere hanno fatto scuola…
«Noi non abbiamo alcune preclusione, se non quella derivante dalla qualità del servizio. D’altra parte siamo convinti che in futuro la richiesta aumenterà e bisognerà farvi fronte. Certo per un anziano, poter contare su un’assistente “locale” può essere più gratificante, ma non dobbiamo fermarci a questi aspetti e andare oltre. Il mondo degli anziani si sta rapidamente evolvendo, non soltanto dal punto di vista demografico, ma soprattutto nella richiesta di servizi, di opportunità. Come Uneba siano molto impegnati in questo ambito e abbiamo la possibilità di attingere a molteplici esperienze. Direi che il valore e il significato più forte di questo essere associazione, sta proprio nel fatto di poter condividere, di riuscire a mettere insieme percorsi (che talora possono sembrare un po’ stravaganti) ma che alla fine costituiscono una straordinaria ricchezza».