Padova Accoglie, un presidio per far luce sui permessi negati ai profughi
Iniziativa del gruppo di associazioni, martedì 1° marzo, per chiedere trasparenza sulle attività della commissione territoriale che gestisce le richieste di rilascio o diniego dello status di rifugiato
Un viaggio incerto ed estenuante, verso l’oscuro, scappando da guerra e fame, dopo aver attraversato il deserto o il mar Mediterraneo; ma al termine, quando si tocca finalmente terra in un nuovo Paese, l'ultima prova da superare per chi fugge è un colloquio con qualche funzionario che ha la facoltà di decidere arbitrariamente sul loro destino. E’ per questo che il gruppo di associazioni Padova Accoglie ha promosso, martedì 1° marzo in piazza Antenore alle 18.30, un presidio per far luce sulle incongruità delle attività della Commissione territoriale protezione internazionale di Padova.
Più di 600 richieste, 71% quelle rifiutate
La commissione, istituita nel 2014 e attiva dai primi mesi del 2015, ha il compito, su tutto il Nord-Est, di riconoscere o negare la protezione internazionale, ma gli unici dati emersi risalgono allo scorso 15 settembre: delle 634 domande esaminate, 454 sono state rigettate. Il 71%, un numero che risulta essere un’anomalia nazionale e al quale va aggiunta la totale mancanza di trasparenza dell’ufficio.
Sorta all'interno del centro Immigrazione della Prefettura, nella commissione si analizzano, da mattina a sera, le posizioni dei migranti che hanno fatto richiesta per ottenere lo status di rifugiato. Con la presenza di un interprete, l’obiettivo è indagare su ogni dettaglio e aspetto del passato del richiedente tra persecuzioni, viaggi su barconi, bombe e torture. Un’indicazione, infatti, è chiara e precisa: chi scappa “solo” dalla miseria e dalla fame non ottiene la protezione.
«Maggior trasparenza e parità di trattamento tra diversi gruppi etnici»
Da quel dato di settembre, però, non si è saputo nient’altro: «La commissione, formalmente composta da quattro membri, opera all'oscuro e degli ultimi sei mesi non si ha possibilità di capire il numero delle domande presentate, di quelle esaminate e gli esiti», afferma Padova Accoglie. In uno scenario geopolitico incrinato nel quale milioni di persone premono ai bordi di un’Europa che, invece di accogliere, alza muri e barriere, ecco che quel permesso di soggiorno e la possibilità di stabilirsi in una Paese diventano essenziali per i tanti profughi e migranti.
«Ma quali sono i criteri? I membri della Commissione nazionale hanno competenze rispetto alle condizioni dei Paesi di provenienza e sanno valutare lo stato di salute di una persona già scossa?», sono solo alcune domande che Padova Accoglie ha intenzione di rivolge al Prefetto chiedendo anche parità di trattamento tra differenti gruppi etnici: dei 28 provenienti dal regime dittatoriale del Gambia, per esempio, solo a 4 è stata riconosciuta la protezione umanitaria, dei 119 provenienti dal Mali solo a 4, dei 133 dei provenienti dalla Nigeria infestata da Boko Haram solo a 21.